Via al Premio che ricorda Daphne Caruana Galizia e la ricerca della verità

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Oggi, 16 maggio 2022, sono passati 55 mesi dall’omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia. Cinquantacinque mesi in cui la famiglia ha dovuto combattere contro un muro di omertà, depistaggi e corruzione. Molta corruzione.
Nell’intervista rilasciata dalla sorella Corinne Vella al settimanale L’Espresso emerge con forza l’inchiesta che Daphne stava svolgendo su due società, menzionate nei Panama Papers, utilizzate per pagamenti offshore. Uno schema corruttivo per la costruzione di una centrale elettrica in cambio di tangenti che collegava Yorgen Fenech, l’imprenditore arrestato nel 2019 come presunto mandante e finanziatore dell’assassinio, a Keith Schembri, ex capo di gabinetto del governo Muscat, Konrad Mizzi, ex ministro del Turismo maltese, e Joseph Muscat, ex capo del governo.
Nel febbraio 2017, quando Daphne pubblicò quel pezzo sul suo blog, non sapeva di aver decretato la propria condanna a morte. È stata uccisa otto mesi dopo, il 16 ottobre, nella sua auto imbottita di esplosivo.
Oggi, a 55 mesi da quella brutale esecuzione mafiosa, il Parlamento europeo apre le iscrizioni al Premio giornalistico intitolato alla memoria di Daphne Caruana Galizia. Il 3 maggio, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, il Pe ha infatti pubblicato l’invito a presentare le proposte. Il vincitore, scelto da una giuria indipendente composta da rappresentanti della stampa e della società civile dei 27 paesi dell’Ue e da rappresentanti delle principali associazioni dei giornalisti europee, riceverà un premio in denaro di 20mila euro. Le iscrizioni per l’edizione 2022 resteranno aperte fino al 31 luglio. La cerimonia di premiazione si terrà, come ogni anno, intorno al 16 ottobre, anniversario dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia. L’apertura del concorso è accompagnata anche dal messaggio della presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, da sempre al fianco della famiglia Caruana Galizia. “Il messaggio del Parlamento europeo è chiaro: l’Europa è al fianco di chi cerca la verità. La penna di Daphne è stata messa a tacere perché stava scoprendo la verità: non dovremmo mai permettere ai giornalisti di diventare bersagli e vittime. Con questo premio il Parlamento europeo continuerà a difendere la libertà di parola, la pluralità dei media e il giornalismo di qualità, e contribuirà a trasmettere questi valori alle generazioni future”.

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