Tensione in aula al processo contro Salvini per la Open Arms

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E’ stata un’udienza all’insegna della tensione quella del processo sul caso Open Arms che si è svolta ieri a Palermo e nel quale l’ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è imputato per sequestro di persona. Il passaggio più delicato durante la deposizione di Fabrizio Mancini, direttore del Servizio Immigrazione del Ministero dell’Interno, con un botta e risposta tra il pm Geri Ferrara e l’avvocata Giulia Bongiorno, difensore di Salvini. Il pm ha contestato alcune dichiarazioni rese da Mancini, in specie quelle precedentemente rese davanti al tribunale dei ministri. L’avvocato dell’imputato è intervenuta accusando il pm di essere “aggressivo”. A quel punto il Presidente del Tribunale ha sospeso l’udienza per dieci minuti. Tra i testi escussi ieri anche Katia Di Natale, salita a bordo come medico all’epoca dei fatti. La sua visita risale al giorno 15 agosto 2019. Al Tribunale ha riferito che i migranti soccorsi dalla Open Arms erano tutti sul ponte e che “non era possibile fare visite individuali”. “Abbiamo valutato solo alcuni casi: lesioni cutanee, parassitosi, infezioni. Il resto non abbiamo potuto valutarlo. Ricordo che c’erano dei segni di scabbia, una donna aveva ustioni pregresse, poi alcuni avevano delle ferite da arma da fuoco. L’equipaggio era molto stanco, ma resisteva”. Il processo, che conta ben 23 parti civili, tra cui due naufraghi e la stesa Ong, è stato aggiornato.
(Foto Ansa)


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