Moby Prince 31 anni senza “verità e giustizia”. Una nuova inchiesta avrà il compito di definire cosa accadde davvero

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Sono passati 31 anni ma quella “verità e la giustizia” che i parenti delle 140 vittime della Moby Prince reclamano da quel tragico 10 arile 1991 è ancora lontana da arrivare. Era una notte di primavera quando 31 anni fa, nella rada del porto di Livorno, la nave traghetto Moby Prince della Navarma partita da Livorno alle 22 e diretta ad Olbia, si scontrò con l’Agip Abruzzo petroliera della Snam ancorata a 2,7 miglia dalla costa. La prua del traghetto penetrò la cisterna della petroliera, il greggio si riversò, infiammandosi sul Moby e scoppiò l’inferno, morirono tutti: 140 persone tra passeggeri ed equipaggio, si salvò solo il mozzo, Alessio Bertrand salvato da due ormeggiatori (Walter Mattei e Mauro Valli) che con una barca di 7 metri erano giunti per primi in prossimità della nave in fiamme. Tutti salvi invece sulla petroliera AgipAbruzzo.  La verità su che cosa accadde quella notte al largo del porto di Livorno dove si consumò la più grande tragedia che la marineria italiana abbia vissuto, è rimasta per anni dietro una coltre di misteri e menzogne di Stato. Qualcosa è vero che in questi ultimi anni si è mosso grazie alla commissione parlamentare d’inchiesta del Senato guidata da Silvio Lai e in tempi ancora più vicini con la commissione parlamentare della Camera presieduta dal livornese Andrea Romano. Contestualmente prosegue in tribunale un ulteriore inchiesta che ha il compito di definire cosa accadde davvero quella notte. La precedente Commissione parlamentare aveva portato alla luce che cosa non “tornava” nelle precedenti inchieste giudiziarie. Questa nuova inchiesta si avvarrà di consulenze tecniche che effettueranno simulazioni virtuali di quanto accadde la tragica notte del 10 aprile. Saranno finalmente sbobinate le registrazioni ancora inedite delle comunicazioni radio di fronte al porto di Livorno ed effettuate ulteriori perizie e acquisizioni di nuovi documenti. La commissione avrà il compito di verificare in quali condizioni si trovava la nave Moby Prince al momento della partenza dal porto di Livorno e se i motori, l’elica, il timone e i vari sistemi di sicurezza funzionavano correttamente. L’altra questione che dovranno espletare i periti della commissione riguarda l’esplosione a bordo della nave traghetto: come si produsse e da cosa fu generata e se accadde prima, dopo o durante l’impatto. Inoltre la commissione sta lavorando insieme all’Eni per quanto riguarda la bettolina Agip Abruzzo che entrò in collisione con la Moby Prince, per acquisire i materiali dell’indagine interna che fu svolta dopo la tragedia. La Commissione si è rivolta al Cetena, una società di ingegneria navale a Genova del gruppo Fincantieri che è tra le più avanzate dal punto di vista tecnologico a livello nazionale ed internazionale, per ricostruire dinamicamente la simulazione di quanto accadde. Domenica 10 aprile come ogni anno da quel terribile giorno a Livorno si  celebra conme le autorità cittadine e i famigliari delle 140 vittime l’anniversario di quella terribile strage: la deposizione della corona al Monumento in ricordo delle Vittime, in Cattedrale messa officiata dal vescovo Simone Giusti e alle 14.30 a Palazzo Comunale, la cerimonia con il saluto del sindaco Luca Salvetti ai familiari, ai rappresentanti delle istituzioni e alle Delegazioni dei Comuni (diretta streaming, sul canale YouTube del Comune); quindi un corteo partirà da piazza del Municipio fino all’Andana degli Anelli, al Porto Mediceo con la  deposizione di un cuscino di rose donato dal Presidente della Repubblica e di una corona di alloro presso la lapide che riporta tutti i nomi delle vittime, con la lettura dei nomi dei 140 morti. Come ogni anno la cerimonia si concluderà con il lancio in mare delle rose rosse, una per ogni anno trascorso, 31 quest’anno.


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