Ben 32 giornalisti si trovano in galera in Bielorussia

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I primi tre centri di assistenza per giornalisti sono stati costituiti in Ucraina con il contributo della Federazione internazionale (Ifj) e della Federazione europea (Efj) dei giornalisti insieme con il sindacato dei giornalisti ucraini, in particolare la NUJU, National union of journalists of Ucraina. I centri sono stati creati  nelle città di Lviv, Ivano-Frankivisk e Chernivtsi,  ella parte Ovest del Paese e serviranno sia come centri di primo aiuto per i giornalisti provenienti dalle zone colpite dalla guerra che come redazioni per tutti gli operatori dei media che non hanno  più un posto dove lavorare. I centri sono stati resi possibili grazie alla raccolta di fondi che Ifj e Efj hanno avviato tra I sindacati loro affiliati e alle quali ha contribuito anche la Fnsi. È molto importante infatti, hanno rimarcato i vertici del sindacato europeo e internazionale, oltre a fare arrivare ai nostri colleghi solidarietà e aiuti umanitari, che i giornalisti ucraini possano continuare a lavorare e a raccontare quello che sta succedendo nel Paese.
Intanto, gli operatori dei media non allineati al regime continuano a rischiare la libertà e la vita in Bielorussia e in Russia. In questi giorni è arrivata la sentenza che condanna a due anni di lavori forzati quattro giovani redattori russi del magazine studentesco online Doxa Natalia Tyshkevich, Vladimir Metelkin, Alla Gutnikova and Armen Aramyan. Un anno fa circa, infatti, le autorità avevano disposto un raid negli appartamenti dei giovani, accusandoli poi di avere pubblicato un video di sostegno ai ragazzi che partecipavano alle manifestazioni in favore di Alexei Navalny. I quattro hanno preannunciato appello.
Si tratta dell’ennesima prove di cosa sia diventata la censura contro i giornalisti indipendenti nella Russia attuale.
E mentre la Efj  continua a denunciare che un numero sempre maggiore di giornalisti sono accusati di essere “agenti stranieri “,  rischiando il carcere e calcola che siano oggi 22 i loro colleghi già dietro le sbarre, mentre ben 32 giornalisti si trovano in galera in Bielorussia il Governo di Putin sta preparando un ‘altra legge  contro la libertà di espressione, che metterà la stampa sotto il controllo totale delle autorità. Il disegno di legge,  che verrà esaminato dai deputati in prima lettura il 18 maggio, prevede che il procuratore generale possa ritirare la licenza a media russi o stranieri e bloccarli immediatamente senza preavviso o decisione del tribunale in caso di “false informazioni “ sull’esercito, “mancanza di rispetto per le autorità “, partecipazioni a eventi non autorizzati o perfino per rappresaglia contro un paese straniero che abbia limitato o vietato l’accesso a un media russo all’estero. La sanzione sarà definitiva in quanto non è prevista la possibilità di ricorso.
Secondo Reporter sans frontières, oggi in tutta la Russia si stanno verificando casi di multe esorbitanti (come verso Olga Komarova, direttrice del settimanale Listock, o Iana Ianovskaia, direttrice di Parma-Novosti, giornale della regione di Perm) incarceramenti (l’editore del medesimo settimanale, Sergei Mikhailov), perquisizioni con confisca degli strumenti di lavoro (è successo al direttore del giornale locale  siberiano Mikhail Afanasiev) arresti domiciliari (per Andrei Novachov, di Sibir Realii, antenna siberiana di Radio free Europe), processi (come Isabella Evloeva, direttrice del sito indipendente caucasico Fortanga). Solo degli esempi, purtroppo non gli unici. Il rischio è un’escalation mai vista negli ultimi decenni.


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