La pace, i diritti, la speranza: i tanti messaggi della Perugia-Assisi 2022

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Il ritmo poetico di “Blowin` In The Wind” accompagna uno dei gruppi avanzati del corteo di cinquantamila partecipanti alla marcia Perugia-Assisi 2022 e riporta indietro di 60 anni, alla guerra del Vietnam, richiama alla realtà del conflitto in Ucraina. Bob Dylan è in quella canzone a ricordarci il dolore e la violenza, la soppressione dei diritti civili e l’importanza di essere qui, sulla salita che porta al centro storico, tra migliaia di studenti che da settimane preparano poesie, tra striscioni e pensionati che camminano più spediti di tutti, tra bandiere dell’Ucraina e vessilli arcobaleno, operai della Cgil che ti raccontano cosa sta succedendo nelle fabbriche, bambini dell’oratorio che descrivono come hanno preparato il viaggio fin qui e una folta rappresentanza di Rettori delle Università Italiane presenti per la prima volta con adesione formale. Deve essere questo il “popolo della pace” di cui ha parlato nel pomeriggio Flavio Lotti, organizzatore e anima della Marcia. E’ curioso come il lungo corteo sia distante e diverso da ciò che si è sentito, scritto, letto alla vigilia. Non c’è nulla di radical chic, nulla di finto e nulla di politico. Ma tanto di ideologico, una ideologia di fondo che parla con convinzione degli effetti che possono avere manifestazioni come questa. “Se siamo in tanti a chiedere la pace, qualcuno ci dovrà ascoltare”, dice la sindaca di Assisi Stefania Proietti. Ad accogliere la testa del corteo e i molti gonfaloni di Comuni che vi hanno preso parte c’è Padre Marco Moroni che si rivolge, prima di tutto ai giovani, “E’ bellissimo avervi qui, costruiamo insieme il cammino della pace”. E’ un mix di cultura laica e cattolica, un mix anche generazionale che mette insieme Dylan, De André e migliaia di i-phone che riprendono immagini di ogni istante di questa Marcia. “Ci sono tanti motivi per essere qui oggi. – dice Giuseppe Giulietti, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e tra gli assidui frequentatori della Perugia-Assisi- Siamo qui per le tante guerre in corso e dimenticate, siamo qui per i giornalisti che muoiono per raccontare le guerre e che vengono uccisi dai regimi”. Poi aggiunge un po’ di riferimenti scomodi: “Che quello di Putin fosse un Paese dove c’era un problema sui diritti civili alcuni di noi lo hanno detto, ma nello stesso tempo qualcuno con quel Putin ci andava d’accordo e faceva affari. No, non siamo stati tutti dalla stessa parte. Domani, 25 aprile, saremo di nuovo in piazza a ricordare i nostri nonni che si sono battuti per la nostra libertà e la nostra Costituzione e anche domani no, non saremo tutti dalla stessa parte”.
Ognuno ha avuto un buon motivo per essere presente alla Marcia 2022. E’ stato un giorno con tanti messaggi all’interno di quello, più ampio sulla pace. Ecco perché si sono viste tra le bandiere arcobaleno anche tante bandiere della Cgil, dell’Anpi, dell’Acli, della Croce Rossa, di Resq People, di centinaia di scuole, Comuni, Province, degli Scout e di moltissime parrocchie. Messaggi di pace. E di speranza. Richieste di verità e giustizia: c’erano i genitori di Mario Paciolla e adesivi gialli per Giulio Regeni accanto alla bandiere di Amnesty e ai banchetti de Il Manifesto.
Articolo 21 c’era, in adesione alla richiesta di pace e per sottolineare che la guerra in Ucraina va fermata come vanno fermate tutte le altre ancora in essere in troppe aree del pianeta e che una strada diversa esiste, è quella della diplomazia e si può, si deve, attivare.


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