#RFF16: C’mon C’mon, di Mike Mills, un film in odore di premio

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“Un bellissimo e delicatissimo film che tratta dei difficili rapporti intergenerazionali, e della loro funzione rigeneratrice e formativa”.

Finalmente, è approdato alla XVI Festa del Cinema di Roma, l’attesissimo film del regista statunitense Mike Mills: “C’mon C’mon”, un commovente dramma familiare interpretato da un Joaquin Phoenix in splendida forma (già premio oscar quale migliore attore protagonista per il film Joker). Accanto a Phoenix il giovanissimo Jesse (l’esordiente e stupefacente Woody Norman). Nel cast anche la bravissima Gaby Hoffmann e Jaboukie Young-White.

Un intenso Joaquin Phoenix interpreta Johnny, un giornalista radiofonico, documentarista, impegnato in un progetto che lo porta a viaggiare tra i vari States per raccogliere il pensiero delle giovanissime generazioni sul proprio futuro, sui propri sogni, sul mondo che vorrebbero, quando sua sorella Viv (una bravissima Gaby Hoffmann) gli chiede di badare a suo figlio Jesse, di 9 anni, perché lei deve trasferirsi ad Auckland per occuparsi del  marito, il padre del bambino, affetto da problemi mentali e bisognoso di cure. Ma Johnny non ha alcuna esperienza di bambini e non sa come comportarsi con il nipote, che dopo alcuni, iniziali, tentennamenti, deciderà di portare con sé: da Los Angeles a New York City a New Orleans. È così che tra i due, dopo le prime evidenti difficoltà, si stabilirà un feeling inatteso e travolgente, che aiuterà entrambi. Da una parte, Johnny, il quale, sotto la forza dirompente delle riflessioni del giovane nipote, riuscirà a spogliarsi delle sue sovrastrutture mentali e a fare i conti con le sue fragilità emotive, i suoi traumi esistenziali, infine, a ritrovare sé stesso; dall’altro, Jesse, che scoprirà il valore dell’amicizia verso quell’uomo di mezza età, forse il suo migliore amico. Ma anche il rapporto tra i due fratelli, un tempo così distante e problematico, ne trarrà giovamento.

Ma il film non vuol essere, e non è a nostro avviso, soltanto un delicato affresco sulle difficolta di comunicazione tra il mondo degli adulti e quello dei bambini; al contrario, si spinge più in là, indicando le potenzialità che un maggiore ascolto dei bambini e dei ragazzi può avere sul nostro modello di società, sul nostro futuro. Una possibilità che abbiamo a portata di mano, che non va e non deve essere sprecata. Una meditazione sull’amore, il quale tutto spiega e tutto regge.

Bellissima e curatissima la sceneggiatura dello stesso Mills, accompagnata da una fotografia, in bianco e nero, a volte struggente.

Un film che punta diritto al cuore dello spettatore, in un viaggio introspettivo cui nessuno può sottrarsi!


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