Non si muore solo di covid, ma anche di lavoro

0 0

Oramai non basta più indignarsi di fronte a tutti questi infortuni e morti sul lavoro.E’ praticamente un bollettino di guerra quotidiano, che non conosce sosta. Nei soli primi 6 mesi del 2021 sono morti 538 lavoratori (dati Inail). Quelle che da piu’ parti, vengono chiamate con il termine assurdo ed ipocrita, “morti bianche”. Sono passati oltre 13 anni, da quando il 15 Maggio 2008 e’ entrato il vigore il Dlgs 81 del 9 Aprile 2008 (Testo unico per la sicurezza sul lavoro), su cui si basa la sicurezza sul lavoro in Italia. Nonostante tutti questi anni, il Testo unico 81/08, non e’ ancora completamente attuato, visto che mancano ancora dei decreti attuativi. Mi domando cosa si aspetti ancora ad emanarli. Ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto: “Tra tutti i problemi c’è una cosa che sta a cuore a tutti noi e a me in particolare: cercare di fare qualcosa per migliorare la situazione inaccettabile sul piano della sicurezza sul lavoro”. E’ vero Presidente Draghi, bisogna fare molto, ma molto di piu’ per la sicurezza sul lavoro, per cercare di porre un freno alle tante, troppe morti sul lavoro. Va bene l’assunzione di circa 2000 ispettori del lavoro, come auspicato dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando, ma e’ giusto ricordare che controllano solo il lavoro irregolare e la sicurezza sul lavoro nei cantieri. La stragrande maggioranza dei controlli per la sicurezza sul lavoro, vengono fatti dai tecnici della prevenzione delle Asl, che dipendono dalle Regioni. I tecnici della prevenzione sono circa 2000 in tutta Italia, con circa 6 milioni di aziende da controllare. Se le dovessero controllare tutte, ogni azienda riceverebbe un controllo ogni 15/20 anni, quindi praticamente quasi mai. Abbiamo una bellissima legge per la sicurezza sul lavoro in Italia, ma per far si che sia rispettata, ci vogliono molti piu’ controlli e un personale ispettivo adeguato come numero, per verificare l’attuazione di tutte le norme per la sicurezza sul lavoro nelle aziende. Come sperare che vada tutto bene, quando per anni e’ stato fatto poco o nulla per aumentare i controlli per la sicurezza sul lavoro? Come sperare che le morti sul lavoro possano calare drasticamente, quando in molte aziende non si rispettano neanche le minime norme per la sicurezza sul lavoro? Se in tanti anni, siamo ancora a contare quotidianamente i morti e gli infortunati, è perché in questo Paese non c’è rispetto per il lavoro e per i lavoratori e per le lavoratrici. Cioè per le persone, i cittadini, che sono parte essenziale del progresso dell’Italia e non numeri o forza lavoro da consumare.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21