L’omaggio di Mattarella alla tomba di Altiero Spinelli. Valori intramontabili. Poi il monito: affrontare le migrazioni, ignorarle è un favore agli scafisti

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva a Ventotene alle 12.38 in punto, in anticipo sulla tabella di marcia e percorre i pochi metri che dividono l’elisuperfice del’isola di Ventotene per raggiungere la tomba di Altiero Spinelli, il padre del manifesto che esattamente 80 anni fa ha gettato le basi per l’Europa di oggi. E’ un omaggio dovuto, dall’altissimo valore simbolico. Poco sotto la collina su cui si erge il cimitero della più piccola delle isole pontine una folla di turisti e residenti si sbraccia per salutare il Capo dello Stato nonostante la distanza. Lui non li vedrà ma quei saluti sono danno perfettamente il senso della giornata del 29 agosto, un evento tra emozioni, riconoscenza ed allegria. L’isola è blindata dalle forze dell’ordine ma tutto, alla fine si svolgerà, con semplicità e calma, il Presidente amato dalla gente passa tra la gente che lo saluta, lo ringrazia e qualcuno intona “Bella ciao” . Dopo la prima parte più intima della Giornata dedicata all’apertura del seminario sul manifesto federalista il Presidente Mattarella si tuffa nell’incontro cardine, quello con gli studenti del seminario. E con loro dialoga per circa un’ora, risponde a tutte le domande, marca la differenza, esprime concetti chiari, progressisti e ricorda più volte i confinati di Ventotene. “Il loro messaggio, le loro idee sono straordinariamente attuali anche oggi. Il passaggio più applaudito è quello sulle politiche migratorie dell’Europa. “L’Europa non può ignorare il fenomeno migratorio senza intervenire, altrimenti ne resterà travolta”, dice. E aggiunge: “Se ne parla molto, c’è anche un’Agenzia ma non è ancora divenuto materia di poliitca comunitaria. Ed è singolare. E’ singolare che ciò che si è fatto col covid non lo si sia ancora fatto per le migrazioni. Ci sono carenze, omissioni e tutto questo non è all’altezza delle aspirazioni, del ruolo e della responsabilità dell’Unione. Qui siamo a Ventotene dove tanti sono venuti perché non potevano dire le cose che pensavano”. Per questo lui dice chiaramente: “Molti Paesi sono frenati da preoccupazioni elettorali contingenti, ma così si finisce per affidare il fenomeno agli scafisti e ai trafficanti di esseri umani. E’ come se si abdicasse alla responsabilità di spiegare alle pubbliche opinioni cosa sta accadendo. Ma non è ignorando quel fenomeno che lo si rimuove o lo si cancella. Ed è un fenomeno epocale, non è ignorandolo che lo si può contrastare, va governato con senso di responsabilità e bisogna spiegare alle pubbliche opinioni cosa va fatto. Tra 25-30 anni tra Ue e Africa sarà una tale differenza di crescita che se ci sarà una crescita scomposta avremo un’invasione di tutta l’Europa. All’Unione conviene occuparsi di questo problema, che altrimenti tra qualche anno sarà ingovernabile. Ma c’è anche un assetto etico; sono sorpreso dalle posizioni di alcuni politici nell’Ue quando sento loro chiedere rispetto dei diritti umani a paesi lontani ma sono distratti di fronte alle sofferenze dei migranti, che lo sono per fame e persecuzioni; trovo sconcertante che in questi giorni ci sia grande solidarietà nei confronti degli afghani che ma restano lì, perché se venissero qui non avrebbero solidarietà. Questo non è all’altezza del ruolo storico dell’Europa, in questa materia l’Unione deve avere voce unica e sviluppare dialogo, collaborare col mondo e particolarmente con l’Africa per governare insieme il fenomeno”.


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