Rino Gaetano: ma il cielo è sempre più blu?

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Quarant’anni fa ci diceva addio Rino Gaetano, il più irriverente dei cantanti italiani. Una vita troppo breve, appena trent’anni, una morte assurda, a causa di un incidente stradale, e un’eredità straordinaria, un patrimonio artistico che ha raccontato un’epoca e incarnato la voglia di ribellione di un’intera generazione.
Quel “Nuntereggae più” gridato con forza, quell’elenco interminabile di nomi più o meno famosi, tutti protagonisti di un tempo che non è ancora finito, la Gianna che “difendeva il suo salario dall’inflazione”, gli ultimi rintocchi di un decennio, i Settanta, che volgeva ormai al termine e l’avvento di un nuovo decennio, gli Ottanta, che mostrava già i suoi aspetti più deleteri: in questo contesto si è affermata una personalità avanti anni luce che aveva il raro dono di non voler piacere a tutti.
Rino Gaetano è stato un grande artista civile, un battagliero difensore di una stagione ormai perduta, il cantore della rivolta intesa in senso gentile e quasi scanzonato, un uomo fragile e ribelle per natura, un personaggio alternativo, ironico ma caratterizzato da un riso amaro e, in sostanza, da un profondo senso di nostalgia per un futuro che già allora sembrava essere dietro le spalle.
Di Rino ci restano solo i giorni dei vent’anni, le interpretazioni profonde, le passioni intense, prima che tutto finisse per sempre, che la sua vita si spingesse e, con essa, il sogno di ribellarsi ancora, di provare ancora a dire no, di essere, forse per l’ultima volta, rivoluzionari.
Ci ha detto addio troppo presto, se n’è andato mentre tutto cambiava in peggio e la sua voce sarebbe stata preziosa per descrivere una fase storica che, di sicuro, non gli sarebbe piaciuta.
Noi, dal canto nostro, siamo rimasti qui: a interrogarci se la festa sia davvero finita, se la vita sia davvero iniziata, quale sia il nostro mondo, il nostro spazio, il nostro ruolo in questa sconvolgente modernità. Ma soprattutto ci domandiamo se il nostro cielo sia sempre più blu o se, al contrario, le nubi non lo abbiano velato. Ciao Rino, meraviglioso e irrefrenabile rimpianto.

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