Adro, che ha rifiutato la cittadinanza a Liliana Segre, perché “non ha avuto alcun legame con la città”

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“Da una amministrazione comunale in cui non esiste opposizione politica ci si può aspettare quasi di tutto”. Così risponde Gualtiero Tonoli presidente dell’Anpi Adro in provincia di Brescia; cittadina in cui l’amministrazione comunale  ha rifiutato la proposta di assegnare la cittadinanza onoraria a Liliana Segre.
“Eppure il sindaco ha perso una occasione – rivela Tonoli – perché se solo avesse acconsentito gli avrei dovuto riconoscere il merito di antifascista”.
La corrispondenza tra Anpi Adro e sindaco è quella dei due documenti (la richiesta di cittadinanza e la risposta dell’amministrazione, ndr) di cui è in possesso Articolo21 e che ha deciso di pubblicare proprio perché ogni lettore abbia la possibilità di farsi una idea di ogni singola parola scritta in questa breve corrispondenza.
Adro sarebbe davvero un esperimento sociologico da studiare approfonditamente.
Attilio Emilio Mena nato in Adro, deportato e morto nel campo di sterminio di Dachau cosi come Luigi Tonoli nato in Adro e prigioniero a Birkenau. Questi due nomi – ma ce ne sarebbero anche molti altri – sono la replica dell’Anpi Adro al rifiuto del sindaco del paese, in passato balzato ai disonori della cronaca per la scuola elementare marchiata  con il Sole delle Alpi.
Gualtiero Tonoli è il figlio di Luigi.
L’eredità del sindaco Oscar Lancini è tutta in questa nuova vicenda.
Oscar Lancini che in ordine: aveva negato la mensa a dei bambini di famiglie straniere che non potevano pagare la retta, inaugurato un polo scolastico completamente marchiato con il Sole delle Alpi, assolto dall’accusa di vilipendio per la frase: “I cittadini di Adro e Torbiato devono vergognarsi sì, ma di ben altro – aveva rimarcato il sindaco rivolgendosi a Giorgio Napolitano -: si devono vergognare di avere un concittadino come Silvano Lancini l’imprenditore benefattore che aveva saldato i debiti  delle quote mensa delle famiglie morose ndr.)  e – aggiungo io – di avere un Presidente della Repubblica che lo ha addirittura onorificiato! Venga ad Adro, egregio Presidente, e chieda alla mia gente come stanno veramente le cose, venga ad Adro, e chieda scusa alla mia gente. È un suo dovere morale”.
Oscar Lancini che nel 2013 è stato arrestato con l’ accusa è di aver favorito alcune aziende in una gara d’appalto; nello specifico “accusa di turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” ecco questa stessa persona dal 2018 è diventata eurodeputato.
La figura di Oscar Lancini h  sicuramente fatto scuola nel piccolo paese. Adro:  una comunità piuttosto chiusa. Un paese governato dalla Lega e da una civica che appoggia la Lega. Sembra impossibile ma è cosi: un paese in cui non esiste una opposizione politica.
“Qui si rischia di diventare impopolari ed essere accusati delle peggior cose solo per esprimersi in modo diverso dalla maggioranza” prosegue Tonoli da gennaio in pensione ma che conosce molto bene questa realtà visto anche il suo impegno nella politica attiva.
Ecco quindi dopo 10 anni dalla vicenda della mensa  negata ai bambini e il Sole delle Alpi nella scuola pubblica (mai condannata dall’allora ministra dell’Istruzione Gelmini) ci risiamo con il  sindaco – sempre leghista – Paolo Rosa che nella sua missiva per giustificare il no alla cittadinanza alla Senatrice Segre scrive: “Crediamo che la cittadinanza onoraria abbia senso se la città che la concede ha avuto una parte anche piccola nel percorso di vita di una persona.  Non abbiamo avuto la fortuna di incrociare la nostra storia con quella di una persona che è integerrima e portatrice di valori, ma con la quale non avrebbe molto senso tracciare un legame che non c’è stato”. Dieci anni fa il polo scolastico intitolato all’ideologo della Lega Gianfranco Miglio; oggi una “decisione assunta da una istituzione  che può essere considerata a tutti gli effetti un tentativo di revisionismo – aggiunge Lucio Pedroni segretario Anpi provincia di Brescia -. Una risposta pericolosa”. Prosegue poi Pedroni – figlio di Lino Pedroni il partigiano Modroz – i valori dell’Anpi sono i valori di tutti e oggi più che mai dovrebbero rappresentare un collante. “Anpi non ha nemici o amici. Anni è portatrice dei valori democratici che sono patrimonio di tutti. Ma – aggiunge Pedroni -, resistere è il nostro mestiere. Resistere alle  che oggi sono di natura culturale verso le nuove generazioni. I partigiani con la loro grandissima autorevolezza stanno sparendo – prosegue – ed è sempre più difficile mettere in sintonia i valori che hanno conquistato sul campo di battaglia con la realtà che ci circonda e dove questi stessi valori rischiano di vacillare”.
Nonostante questo l’Anpi  provinciale di Brescia è una delle più numerose con le sue 67 sezioni territoriali suddivise in 5 zone; all’ultimo tesseramento (pre-covid) nel 2019 si sono iscritte 3500 persone.

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