In Bielorussia: l’opposizione è donna. Mobilitazione mondiale il 20 settembre

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Si é svolto mercoledí 9 settembre presso la sede del Pd a Sant’Andrea delle Fratte a Roma l’incontro “La Bielorussia al bivio. Confronto pubblico con Laura Boldrini e Lia Quartapelle”.
I lavori sono stati introdotti da Emanuele Fiano, responsabile del Pd per la politica estera, e da Cecilia D’Elia, portavoce della Conferenza nazionale delle donne democratiche, coordinati da Elisa Marincola, portavoce nazionale di Articolo 21. Hanno preso parte Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, e Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, anche in rappresentanza della Federazione internazionale dei giornalisti. All’incontro hanno partecipato diverse associazioni, attivisti e diplomatici di diversi Paesi. Anche noi come Articolo21 abbiamo portato la nostra testimonianza e la richiesta al Governo Italiano di prendere una posizione chiara sulla grave situazione in atto.
Il primo intervento in apertura é stato quello di Emanuele Fiano che ha dichiarato di non considerare valide le elezioni presidenziali in Bielorussia ed ha condannato aspramente l’atteggiamento punitivo delle autorità nei confronti delle proteste civili.
Molti gli spunti e le iniziative emerse durante l’incontro. É prevista per il prossimo 20 settembre una mobilitazione mondiale a sostegno e in solidarietà del popolo bielorusso.
Il partito democratico chiederà una missione ufficiale in Bielorussia anche se, nel frattempo, come dichiarato da Laura Boldrini, c’é la volontà di richiedere il visto e di recarsi insieme a Lia Quartapelle e Emanuele Fiano in Bielorussia per prendere parte alle proteste della domenica.
L’onorevole Boldrini ha stilato una serie di richieste da realizzarsi quanto prima per porre fine all’attuale situazione:
1. l’immediata liberazione di tutti i prigionieri politici;
2. il ritorno a casa degli scomparsi e la possibilità, per chi è in esilio più o meno forzato di tornare in sicurezza;
3. allontanamento di Lukashenko;
4. un governo di transizione;
5. nuove elezioni;
7. sanzioni di varia natura, anche economica, per le persone responsabili dei brogli e delle repressioni.
L’onorevole Boldrini ha piú volte evidenziato come la leader dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya debba essere considerata la nuova presidente della Bielorussia.
“Al Parlamento in Lituania – ha detto – quando parlano di Aleksandr Lukashenko si riferiscono a lui chiamandolo l’ex presidente, e questo é quello che dovremmo fare anche noi durante i nostri lavori in aula.
In Bielorussia c’é qualcuno che tiene da anni col pugno di ferro un popolo sotto scacco. Le sparizioni dei tanti manifestanti di questi giorni – ha aggiunto – ricordano un bruttissimo periodo della nostra storia recente i Desaparecidos, ma qua siamo in Europa e non é accettabile questo comportamento”.
A Minsk c’e in gioco non solo il futuro del popolo bielorusso, ma anche il futuro di tutta l’Europa.

Laura Boldrini e Lia Quartapelle, lo scorso primo settembre si erano recate a Vilnius in Lituania per incontrare proprio Svetlana Tikhanovskaya una delle tre donne insieme a Veronika Tsepkalo e Maria Kolesnikova ad aver aperto alle proteste nei confronti delle elezioni presidenziali in Bielorussia.
Alla conferenza ha partecipato anche una copiosa rappresentanza dell’Associazione bielorussi in Italia.
Per articolo 21 abbiamo intervistato Ekaterina Ziuziuk, portavoce dell’associazione, e le abbiamo chiesto qual é la situazione attuale nel suo paese.
“La repressione si fa sempre piú dura ed hanno arrestato oltre 600 manifestanti negli ultimi giorni. Il regime spera in questo modo di sedare le proteste e di scoraggiare le persone a scendere in strada.
Il governo non si farà scrupoli con la popolazione e sarà sempre piú duro. Ammiro molto tutte quelle persone del mio paese che stanno lottando per cambiarlo. Sono manifestazioni pacifiche, nessuno ha mai rotto un vetro o bruciato un auto. Il popolo sa benissimo che nel momento in cui dovesse smettere di mostrare il proprio dissenso, il Governo avrebbe vinto. Sono molto orgogliosa di loro perché nonostante questi arresti e le tante sparizioni continuano a non farsi intimorire ed a scendere per le strade.
Spero che il regimecada il prima possibile, altrimenti tutti i dissidenti e tutti gli arrestati verranno puniti in maniera brutale. Sappiamo bene che vengono inflitte pene corporali e le persone vengono torturate e recluse per diversi anni di carcere con l’accusa di “organizzazione per disordini di massa”.

Abbiamo chiesto a Ekaterina una sua ipotesi su quello che potrebbe accadere nelle prossime settimane in Bielorussia e quanto sia credibile un intervento della Russia nel paese.
“Cosa accadrá nelle prossime settimane sará sicuramente un escalation delle proteste e un escalation delle repressioni.
Se la Russia introdurrá forze militari vuol dire che potrebbe esserci un guerra civile. Con il supporto della Russia in Bielorussia le proteste verrebbero soppresse e annegherebbero nel sangue.
Per questo é necessario quanto prima l’intervento dell’Unione Europea”.
Appello al quale fortemente aderiamo cosí come, sin da ora garantiamo la viva partecipazione di Articolo21 alla mobilitazione internazionale prevista per il prossimo 20 settembre.

 

Questo e’ il link dell’incontro ripreso da Radio Radicale
(nella foto un momento dell’incontro)

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