Bielorussia: Claudio Locatelli e la petizione per l’accesso dei giornalisti stranieri

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Non si fermano le proteste in Bielorussia dall’elezione del presidente, Aleksandr Lukashenko, al potere da 26 anni, riconfermato per la sesta volta lo scorso 9 agosto. Al fine di mettere a tacere ed imbavagliare l’informazione le autoritá non danno il permesso ai giornalisti stranieri di entrare nel paese ed attestare realmente quello che sta avvendo.

“In Bielorussia le autorità stanno impedendo ai giornalisti stranieri di entrare nel paese e documentare quello che sta accadendo dopo le recenti elezioni presidenziali e le numerose contestazioni da parte dei cittadini. Come giornalista chiedo di poter continuare a fare il mio lavoro: sia garantita la libertà di stampa e la libertà di informare le persone su quanto sta succedendo. A nome della comunità dei giornalisti chiedo alle autorità della Bielorussia di permettere ai giornalisti stranieri di poter raccontare quello che sta accadendo in questo Paese”. Inizia con queste tenaci parole, la petizione lanciata da alcuni giornalisti su Change.org al quale l’Associazione Articolo 21 ha aderito con totale partecipazione.

“Nelle ultime 48 ore – si legge nella petizione – circa 20 giornalisti provenienti da diversi Paesi sono stati bloccati al confine bielorusso. Anche noi, come questi colleghi, siamo stati bloccati all’Aeroporto Internazionale di Minsk senza che ci sia stata fornita alcuna motivazione e i nostri documenti sono stati confiscati. Siamo stati tenuti chiusi in una stanza dell’aeroporto per un giorno senza mangiare. Solamente grazie all’intervento delle compagnie aeree ci sono stati consegnati degli snack dopo 6 ore che chiedevamo cibo. Ci è stato vietato di entrare nella zona di transito dell’aeroporto per poter accedere ai voli di ritorno. Solamente il giorno dopo – sotto una massiccia sorveglianza della polizia – siamo stati accompagnati al nostro volo. I nostri passaporti ci sono stati dati solamente poco prima del volo nonostante si tratti di documenti di proprietà della nazione che li emette e che non è consentito sottrarli al proprietario senza fornire adeguata motivazione. Da maggio 2020 giornalisti da tutto il mondo non riescono ad ottenere l’accreditamento per entrare in Bielorussia e raccontare quello che succede, in particolare gli eventi politici e le elezioni presidenziali. Questo ci impedisce di fare il nostro lavoro e siamo costretti ad entrare nel paese come turisti. Questa situazione viola tutte le norme deontologiche ed etiche riguardanti la libertà di parola e la libertà di stampa. Questa situazione sta danneggiando pesantemente l’immagine della Bielorussia e inoltre viola il diritto delle persone a ricevere informazioni obiettive. Non abbiamo violato alcuna norma sull’immigrazione. Non abbiamo violato alcuna legge. Vogliamo solo fare il nostro lavoro: raccontare quello che accade in Bielorussia. Chiediamo alle autorità della Bielorussia di garantire subito l’accreditamento dei giornalisti stranieri. Chiediamo di non interferire con il nostro lavoro che è quello di informare le persone. Questa situazione non ha precedenti: la violazione dei diritti e della libertà non solo dei giornalisti, ma anche di quelli che vogliono leggere notizie oggettive sulla Bielorussia”. Maria Abramovich – giornalista, Olanda, Roman Staropopov -giornalista, Estonia Jelle Brandt Corstius – giornalista, Olanda, Corry Hancké – giornalista, Belgio, Eric Tikan – giornalista, Estonia.

Il recente caso del giornalista italiano freelance, Claudio Locatelli é l’emblema della drammatica situazione che i giornalisti stranieri, e non solo, stanno vivendo nel paese da alcuni mesi. Locatelli venne accecato dalle forze di polizia con lo spray al peperoncino nella notte tra il 9 e il 10 agosto, e successivamente brutalmente arrestato, ed ammassato in una cella 4×4 con 19 persone per circa 60 ore, senza cibo, senza alcuna accusa, né la possibilità di contattare qualcuno.

Dopo tre giorni di carcere venne rilasciato grazie all’intervento tempestivo dell’Ambasciata Italiana a Minsk. A seguito di quelle ore, a stretto contatto, senza alcuna norma di sicurezza e distanziamento, Locatelli ha contratto il Coronavirus. https://www.articolo21.org/2020/08/bielorussia-sono-stato-in-prigione-per-tre-notti-e-per-tre-giorni-cera-sangue-ovunque-claudio-locatelli-il-crollo-fisico-dopo-larresto-e-il-rilascio/

Tornato in Italia ha fatto il tampone per poi scoprire che quella febbre e quei sintomi che aveva attribuito, in un primo momento ad un crollo fisico, erano proprio le conseguenze della sua positivitá al Covid19. Sono ormai 12 giorni che si trova in quarantena nella sua abitazione di Padova. Sulla sua pagina Facebook é lui stesso a raccontare l’esperienza che sta vivendo:

“Ci sono stati giorni difficili, dove il fiato sembrava quello di un’anziano, dove salendo sul tapis roulant non ho retto neppure due minuti, effettivi. Ho perso il senso dell’olfatto, anosmia, dopo poco più di due giorni. Preparavo il sugo, aggiungevo un mazzetto di basilico, notando che niente era rimasto del suo aroma. L’energia per ogni azione è flebile, tentenna come un lume di candela. Ogni movimento è pesante, ogni momento di riposo non ristora.

48h ed un marcato bruciore ha pervaso il petto, accompagnato da una sensazione negativa di calore, da allora c’è rimasto. “non ce n’è coviddi” gridano gli stolti, i miei polmoni gridano tutt’altro. Una nuova battaglia da superare, spero, con il minor numero di danni possibile”.

Al momento in Bielorussia molti giornalisti delle tv di stato, stanno decidendo di licenziarsi. Giá lo scorso 17 agosto i social avevano mostrato foto di studi televisivi vuoti, anche se poi, successivamente si era tornati ad una sorta di normalitá.

Proprio ieri nell’anniversario dell’indipendenza della Bielorussia, conquistata il 25 agosto del 1991 il Presidente Lukashenko ha chiarito per l’ennesima volta che verranno soffocati tutti i venti di rinnovamento che stanno attraversando il Paese.

Ma le continue proteste dei giorni scorsi, mostrano un popolo forte e coeso, che sembra davvero non voler piú accettare la persistenza e l’ostinazione del Presidente in carica.

La petizione https://www.change.org/p/bielorussia-sia-consentito-l-accreditamento-e-l-accesso-nel-paese-ai-giornalisti-stranieri


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