Anche gli operai vogliono una figlia o un figlio giornalista. Oggi è quasi impossibile

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Anche gli operai vogliono una figlia o un figlio giornalista. Oggi, sostanzialmente, è quasi impossibile.
La “credibilità” è il bene più prezioso di chi fa, come lavoro, il racconto del reale. Anche meglio detto “giornalismo”.

Ecco la “credibilità” si erode facilmente quando, come capita oggi a Repubblica che arriva buona ultima su questa china ipocrita che praticano i mezzi di informazione quando parlano di precari e “lavoretti” (cosa odio il termine e la traduzione di gig economy) dimenticano – diciamo così – di citare i giornalisti precari.

Partite IVA false: 12 fatture all’anno a un unico soggetto, l’editore. Sono collaboratori coordinati e continuativi, COCOCO, forma di lavoro che nasconde 9 volte su 10, in editoria, sfruttamento e illegalità (come dimostrano le ispezioni INPGI) e paghe disancorate da qualsiasi merito, qualsiasi. Uno strumento che permette di mascherare lavoro dipendente e soprattutto di dare seguito al mantra aziendale: ”riduzione del costo del lavoro”.

I precari giornalisti sono precari storici, impossibilitati a comprarsi una TV a rate nonostante da 10 anni lavorino 8-10 ore la giorno per un editore e guadagnino in media 10mila euro all’anno (no 13esima, no TFR, no ferie, no domeniche maggiorate, etc. etc). Questa la media delle retribuzioni, in cui ci sta Bruno Vespa e ci sta il precario del Carlino.
Non me la prendo con Repubblica in particolare, è solo l’ultima della serie. Non me la prendo con i precari che a loro volta si trovano costretti a scrivere di altri precari, nascondendo ai lettori le proprie condizioni in una sorta di “sindrome di stocazzo”, come mi ha detto un collega redattore che come tanti altri capisce benissimo il problema. Li capisco.

Ciò che non capisco, e soprattutto non capiscono editori e direttori è il fatto che l’informazione chiede giustamente di lavare i panni sporchi in pubblico quando si parla di affari che riguardano le persone. E perché invece siamo costretti a lavarci questi panni sporchi in privato, spesso senza diritti sindacali, omettendo di parlare delle condizioni di migliaia – ripeto migliaia – di giornalisti sfruttati e sottopagati?

RISCHI
Il primo rischio è la perdita di credibilità. Se ne perde a poco a poco in modo costante su questa questione. Finché non affronteremo questa stortura all’interno del sistema il piano è inclinato verso un orizzonte in cui l’informazione si confonde con un unico rumore di fondo. Torniamo all’informazione della Costituzione: garantire il diritto di essere informati e il dovere di informare (art.21) da giornalisti liberi e indipendenti. E quando prendi 10 euro lordi ad articolo, e ne devi mettere insieme sei o sette al giorno, sempre per lo stesso editore, forse il lavoro non è accurato come dovrebbe essere: diciamocelo. Forse fai qualche telefonata di verifica in meno. Forse eviti di andare di persona su un fatto, fai due telefonate e non tre perché dopo devi andare a quella iniziativa a cui il Direttore tiene particolarmente. Forse è ora di finirla: e parlo anche per i colleghi.
Uno, non l’unico, ma uno dei grandi problemi è il fatto che i giornalisti non dipendenti hanno una vertenzialità pari o vicina allo zero.
Purtroppo le battaglie del lavoro di questi anni passano sempre meno dalle piazze e sempre più dai Tribunali (ricordate la querelle Fiom – Fiat?). Organizzarsi nel sindacato non è mai stato così semplice: congressi, documenti a tutti i livelli parlano di come sia fondamentale l’inclusione di migliaia di colleghi che già oggi sono di fatto dipendenti, ma inquadrati con forme di lavoro autonomo.
Il secondo rischio è che si affermi una tendenza che già tocco con mano in Italia nelle assemblee, nei video-incontri, nelle telefonate dei colleghi: a raccontare i fatti saranno sempre di più persone che non devono lavorare per vivere. Sostanzialmente, si sta tornando a quando per fare un lavoro intellettuale dovevi avere il “padre dottore”. Anche gli operai vogliono una figlia o un figlio giornalista. Oggi, sostanzialmente, è quasi impossibile.
Il problema riguarda anche te che stai leggendo questo post. Ed è giusto che tu lo sappia.


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