Oggi Giornata Mondiale della Sicurezza sul Lavoro. Morti e contagiati di coronavirus tra il personale sanitario e in tante aziende impone riflessione su informazione e prevenzione

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Oggi 28 aprile è la Giornata mondiale della sicurezza e salute sul lavoro. Di questo tema su questo sito ce ne siamo sempre occupati al di là delle ricorrenze perché i morti e gli infortuni sul lavoro non sono una sporadica emergenza né una tragica fatalità ma una infausta quotidianità, indegna di qualsiasi paese civile.
Morti sanguinose e non bianche come erroneamente vengono ribattezzate da buona parte di stampa e media. Ce lo ripetono da anni i nostri collaboratori Marco Bazzoni e Carlo Soricelli che al doloroso bollettino quotidiano dedicano scrupolosi monitoraggi, attente analisi, mirati approfondimenti.

L’Inail, l’Amnil e gli omologhi internazionali pubblicano ogni anno le statistiche dei decessi e degli invalidi.
Statistiche che quest’anno non potranno non contemplare tante delle vittime da Coronavirus soprattutto tra il personale medico e infermieristico.
151 sono ad oggi i medici morti in Italia, decine di migliaia i contagiati. Per i sindacati di categoria che hanno presentato vari esposti, il personale sanitario ha contratto il virus per la mancanza di dispositivi di protezione individuale. E la situazione non è meno grave in altri paesi, a cominciare dalla Spagna.

La questione riguarda anche noi cittadini, come opportunamente scrivono Milena Gabanelli e Rita Querzè sul Corriere – perché “i medici positivi al virus rischiano di trasformare gli ospedali in focolai del contagio, e il livello di sicurezza del personale sanitario è una delle chiavi del successo (o dell’insuccesso) della lotta contro il coronavirus”.

Medici e infermieri ma non solo. Le categorie professionali esposte sono e saranno numerose. Ed è necessario che un’adeguata prevenzione sia la base per affrontare le eventuali emergenze del futuro.


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