I nuovi Crociati dell’America: cristianesimo e paganesimo nel New Millennium

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In una società ormai robotizzata, che ha sostituito la comunicazione con algoritmi che regolano e filtrano emozioni ed opinioni umane, paradossalmente – proprio per sopperire a tali scompensi – fedi e culti, mito e soprannaturale, si rafforzano oltremodo.

D’altra parte, la religione nel corso dell’evoluzione storica è stata il motore principale di eventi, conquiste coloniali, e persino rivoluzioni, basti pensare a quella islamica, che sotto la guida del Grand Ayatollah Ruhollah Khomeini polverizzò in meno di due anni la monarchia assolutista dello Scià Pahlavi, patrocinata dagli Stati Uniti.

Il Medio Oriente è condizionato da jihadismo e teocrazie sciite, così come Israele non sarebbe determinante nelle scelte geopolitiche delle varie amministrazioni USA, senza la sua presenza capillare nel tessuto religioso e civile della società americana.

Se sionismo e islamismo si contrappongono nello scacchiere medio-orientale (con alle spalle i colossi statunitensi e russi, oltre a un terzo incomodo, il turco  Erdoğan) muovendo ognuno le proprie pedine – siano esse i terroristi del sedicente Stato Islamico, o il Mossad che uccide su commissione del governo israeliano – tutto ciò è favorito dal timore reverenziale che le società laiche hanno da sempre nei confronti del fondamentalismo religioso. 

E nell’impossibilità di gestirlo, queste preferiscono allearsi con i suoi leader, per limitare i danni ai propri territori.

Nello scenario latino-americano, il profondo cambiamento in corso dell’assetto sociale boliviano, non è altro che l’ulteriore conferma della potenza politica della Chiesa monoteista, che mal sopporta l’emancipazione dei popoli dai suoi dettami ed imposizioni: e il Cristianesimo non è certo da meno dei suoi “rivali”, musulmani o ebrei che siano.

 La Bibbia contro Madre Terra

Quando la presidente pro tempore Jeanine Áñez, alzò con fare enfatico una voluminosa Bibbia verso il cielo dal balcone del Quemado Palace di La Paz, apparve chiaro a tutti che la cacciata di Evo Morales – costretto a riparare in Messico in esilio – non era solo una vendetta politica nei confronti di un leader che limitava i privilegi dei benestanti, bensì la rivendicazione della supremazia di una minoranza bianca di stampo conservatore e cristiano sui cholos, i campesinos indios che si erano allargati troppo, in ben 13 anni di socialismo indigenista, finalmente con un loro uomo alla guida del paese. 

Un affronto insopportabile per i Wasp sudamericani, specie ora che hanno a che fare non più con dei morti di fame, ma con una borghesia ricca, quella dei commercianti dell’etnia Aymara (da cui proviene Morales) che osa calcare le passerelle più prestigiose della capitale, quali il Paseo del Prado con i suoi lussuosi locali. 

E non solo: costoro hanno abbandonato le gelide topaie della periferia di El Alto per trasferirsi in palazzi riscaldati e sfarzosi, di stile eccentrico-Naïve, arrivando persino a intrufolarsi nelle roccaforti bianche della vallata di San Miguel. Basta così! 

Una Santa Alleanza tra pastori protestanti e preti cattolici oltranzisti, la National Christian Council,  si erge ora a baluardo della religione “giusta”, oltraggiata da riti pagani e animisti, quali il culto andino per eccellenza della Madre Terra – Pachamama – che gli sciamani indios celebrano durante i loro riti. 

Il Pretesto Perfetto, per scatenare una novella crociata contro il paganesimo indio.

https://www.theguardian.com/world/2020/jan/27/bolivian-christians-evo-morales-indigenous-catholic-protestant

D’altra parte, le persecuzioni ai danni degli indigeni con il pretesto dell’eresia, sono una costante fin dai primi sbarchi degli europei nel Nuovo Mondo.

I portoghesi sterminarono gran parte dei Tupinambás in Brasile perché sostenevano fossero cannibali; le atrocità cattoliche vennero poi eguagliate negli anni della dittatura militare proprio dai funzionari preposti alla tutela delle etnie, corrotti dai latifondisti dell’agro-business con la copertura dei missionari protestanti.

La Chiesa brasiliana, lungi dal punire i complici dei massacri, proibì invece il culto dei morti, parte del rituale indio. Paradossalmente, fu proprio il ministro della Giustizia di allora ad aprire un dossier sui crimini perpetrati. https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/26/il-genocidio-in-brasile-nel-nome-del-padre-del-figlio-e-dello-spirito-santo/3468112/

Non dimentichiamoci che Jair Bolsonaro ha vinto le elezioni dello scorso anno con l’appoggio decisivo della Chiesa Evangelica, che in Brasile ha perlomeno raddoppiato  i suoi proseliti a scapito dei concorrenza cattolica.

Gli evangelisti, che incidevano nel dopoguerra sul 3% della popolazione brasiliana, oggi raggiungono il 22%.

Seppure bisogna aggiungere che l’imprevedibile presidente ha poi avviato un percorso post elettorale tutto suo, anche a livello di riforme, tra cui quella fiscale, che ha ridotto i privilegi proprio della casta militare a cui egli stesso appartiene: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/07/06/il-brasile-politically-correct-di-bolsonaro-due-tragedie-un-unico-contenitore/5295139/

Nei Caraibi, i sermoni dei Jehovah Witnesses (Testimoni di Geova) e della Seventh Day Adventist Church (la Chiesa degli Avventisti del Settimo Giorno) impregnati di integralismo e omofobia, condizionano la società giamaicana e persino la legge: il Buggery Act ( Legge Anti-Sodomia) mantiene la persecuzione degli omosessuali anche nel privato. https://en.m.wikipedia.org/wiki/Buggery_Act_1533  Promulgata in Inghilterra nel 1553 ed estesa alle sue colonie, tra le quali la Giamaica e tutti i Caraibi anglofoni, la legge è rimasta invariata nel testo fino ad oggi. 

A quel tempo contemplava condanne a morte per atti di sodomia anche consenzienti e compiuti tra le mura domestiche. “For as moche as there is not yet sufficient & condigne punishment appointed & limited by the due course of the lawes of this realme for the detestable & abominable vice of buggery committed with mankind and beast”.

L'”abominevole atto” ha causato fino a poco tempo fa nell’isola di Bob Marley persecuzioni da parte della polizia e linciaggi compiuti da folle inferocite, che hanno costretto molti omosessuali maschi a darsi alla macchia, rifugiandosi persino nelle condotte di scarico dell’acqua piovana, le famigerate gully, dove usano incontrarsi cercando un riparo gli emarginati in genere.

Fece particolare scalpore un caso che seguii nel 2013, su cui scrissi vari articoli.

Un ragazzino di 16 anni, che era intervenuto a un party vestito da donna (la pratica del travestitismo in Giamaica è denominata cross dressing) fu riconosciuto, trascinato in una macchina, e dopo essere stato ferito allo stomaco da un colpo di pistola, venne fatto a pezzi a colpi di machete. I colpevoli, pur noti alla polizia, non furono mai processati.

https://www.articolo21.org/2013/11/giamaica-lisola-dellomofobia-e-la-legge-del-machete/

L’intolleranza delle Chiese protestanti più estremiste arriva a proibire gli atti sessuali tra due adulti consenzienti prima del matrimonio, e i Testimoni di Geova rifiutano le  trasfusioni di sangue anche in casi di emergenza. 

Di recente il Belize ha abolito il Buggery Act, mentre la Giamaica continua imperterrita ad applicarlo, mentre  “eminenti” giornalisti locali scrivono in sua difesa: http://m.jamaicaobserver.com/opinion/the-plain-truth-about-the-buggery-law_106390?profile=1096&template=MobileArticl

E Cuba come sta messa?

Come sempre, la Isla Bonita fa storia a sé: è stata impermeabile alle sollecitazioni religiose che si sono alternate in oltre mezzo secolo dalla rivoluzione castrista, sia per l’insofferenza che il regime ha sempre mostrato nei confronti di qualsiasi culto professato all’interno del Paese, sia per il senso pratico dei cubani, allergici agli estremi sudamericani, ai quali preferiscono invece la tradizione afro della Santería, Il culto sincretico di origine Yoruba che collega gli dei africani ai Santi cattolici.

La stessa visita di Wojtyla nel 1998, non sortì allora risultati tangibili, se non quello di allentare i veti che Castro aveva imposto alle pratiche cattoliche. Eppure il Papa polacco era stato il principale artefice della caduta del comunismo nell’Europa dell’Est. 

Però a Cuba il miracolo non avvenne, nonostante la santità postuma del Pontefice.

Tuttavia, oggi le Chiese liberalizzate hanno più influenza, almeno sulla gente.

Quella cattolica, prova anche a “redimere” la Santería stessa: nato nel 1515 come estremo tentativo da parte degli schiavi nelle piantagioni di preservare le proprie tradizioni, il culto santero emerse fondendo lo spiritismo Yoruba con alcuni aspetti del cattolicesimo romano.

Le cerimonie sono celebrate all’interno di un tempio denominato casa de santos: si prega davanti alle immagini di Santa Barbara-Changó, e Babalú Ayé-San Lazzaro, tra i santi più rappresentativi.

Secondo le testimonianze riportate, ora a Santiago, che è la città simbolo della Santería, le processioni si fermano davanti alle Chiese da dove il prete esce per officiare una preghiera collettiva. In molte case, il crocifisso verrebbe affiancato alle immagini dei Santi in questione.

Nei miei viaggi a Santiago non mi sono finora imbattuto in queste “correzioni di rotta” ma quel che è certo, non si ha notizia di influenze cattoliche sul potere temporale, al contrario di ciò che sta avvenendo in Bolivia ultimamente, e che da sempre accade in Brasile.

Difatti, sia sotto la dittatura militare prima, così come durante il governo Lula e Bolsonaro adesso, i presidenti brasiliani sono sempre ben attenti a non guastare il rapporto con le varie Chiese presenti sul territorio. 

A Cuba invece, nonostante le recenti riforme che hanno ammorbidito il socialismo reale legalizzando la proprietà privata, il PCC (Partido Comunista Cubano) è ancora il partito unico, e non ammette ingerenze clericali nel suo operato.

Anche se dopo la morte di Fidel il culto della personalità che aleggiava intorno alla figura del Lider Maximo è svaporato, tuttavia il laicismo dello Stato rimane ancora integro, almeno per il momento. Trattandosi di America Latina, la precisazione è d’obbligo.

(foto e testi di Flavio Bacchetta)

Pubblicazione originale: 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/05/sud-america-il-potere-della-chiese-cristiane-qui-e-molto-forte-e-la-politica-boliviana-lo-conferma/5695126/


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