In Calabria si muore ancora per un terreno. Promotore finanziario ucciso nel Cosentino per un tubo d’acqua 

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Un colpo di pistola per mettere fine ad anni di litigi perché “era un suo diritto far passare quel tubo da lì”. In Calabria si continua a uccidere per un terreno conteso. È una rovente mattina di fine luglio quando Giuseppe Ramundo viene ammazzato dal suo vicino di casa e omonimo Geppino Ramundo nel corso di un’ennesima lite nelle campagne di Fuscaldo, piccolo centro del Tirreno cosentino. Giovedì mattina, ancora una discussione tra i due che andavano avanti da tempo. Tutti conoscevano la vittima promotore finanziario di 53 anni, ma anche il presunto omicida bidello in pensione di 62 anni. Ed era noto che da tanti anni, ormai, litigavano per questioni di vicinato. Spesso c’erano segnalazioni alle forze dell’ordine e le loro discussioni erano finite anche nelle aule di giustizia. Ma quella mattina, attorno alle otto, era scoppiata una nuova lite questa volta per un tubo di acqua che doveva passare nei loro terreni.

Dalle parole si è passati poi ai gesti violenti. Non si conosce ancora bene la dinamica ma il presunto omicida avrebbe tirato fuori una pistola, mentre la vittima – forse – una accetta con la quale avrebbe ferito il suo “rivale”, che adesso si trova ricoverato in ospedale. La scena che i familiari si sono trovati di fronte è stata terribile: due corpi riversi a terra tra fango e chiazze di sangue. Immediati i soccorsi per Geppino Ramundo che è stato subito portato in ospedale. Poi, dopo gli accertamenti medici-legali un lenzuolo bianco per coprire quel corpo, ormai senza vita del promotore finanziario una persona conosciuta e apprezzata da tutti. Una vita stroncata per un tubo d’acqua. Saranno adesso le indagini coordinate dal procuratore capo di Paola, Pierpaolo Bruni, e affidate al sostituto Teresa Valeria  Grieco, a ricostruire la dinamica di quanto accaduto anche sulla base degli accertamenti eseguiti dai carabinieri della compagnia di Paola, guidati dal capitano Giordano Tognoni, con la supervisione del comandante del Reparto operativo di Cosenza il maggiore Michele Borrelli. Intanto, all’ex bidello in pensione – che è ancora ricoverato in ospedale – è stato notificato un provvedimento di fermo e dovrà rispondere dell’accusa di omicidio. Dovrà spiegare agli inquirenti che cosa è accaduto quella mattina quando una lite banale è culminata in tragedia. 


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