Iran: il caso Nazanin Zaghari Ratcliff

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Sono quasi due settimane che Nazanin Zaghari Ratcliff , la anglo-iraniana detenuta nel carcere di Evin in Iran, ha iniziato lo sciopero della fame. Dallo stesso giorno il 15 giugno, anche suo marito Richard Ratcliffe, cittadino britannico, é in sciopero della fame ed é accampato fuori dall’ambasciata iraniana a Londra, per chiedere la liberazione di sua moglie arrestata a Tehran nell’aprile del 2016. Radcliffe ha detto che seppur non sia il momento adatto per uno sciopero della fame teme che questa vicenda venga dimenticata e sia poi troppo tardi per trovare una soluzione. Questo soprattutto alla luce di quello che sta accadendo a livello internazionale tra l’Iran e gli Stati Uniti che coinvolgerebbero comunque anche i paesi europei. Nazarin venne arrestata dalle Guardie della Rivoluzione all’aereoporto Imam Khomeini mentre era in procinto di prendere un volo per Londra paese nel quale vive da anni. Era giunta in Iran per fare visita ai suoi genitori, insieme alla sua bambina Gabriella, che allora aveva solo 22 mesi. Prima di essere condotta in carcere la giovane mamma ha potuto lasciare la bambina ai suoi genitori che l’avevano accompagnata all’aeroporto, e da quel momento come dichiarato dal marito alla Cnn “Le autorità hanno ritirato il passaporto anche della piccola, nonostante sia di nazionalità britannica, e l’hanno affidata ai nonni”. Le motivazioni dell’arresto di Nazanin appaiono ancora oggi alquanto confuse. Le accuse a lei rivolte risalgono al periodo in cui la donna lavorava alla Bbc, dal 2009 al 2010, in cui secondo il Tribunale Iraniano avrebbe «utilizzato un corso di giornalismo on line per reclutare e formare alcuni dissidenti della Repubblica islamica» sul canale Bbc Persian. Successivamente alla sua collaborazione con la Bbc aveva anche lavorato come project manager con la Thomson Reuters Foundation, un ente non-profit che promuove il progresso socio-economico, il giornalismo indipendente e lo stato di diritto. Accusata di spionaggio e di aver complottato di rovesciare il governo iraniano, é stata condannata a 5 anni di reclusione. In questi anni di carcere le condizioni fisiche e psichiche di Nazanin sono peggiorate e dopo la sentenza, la disperazione é stata tale da pensare anche al suicidio come dichiarato in una sua lettera al marito. Nonostante le gravi condizioni fisiche ha piú volte scioperato rifiutandosi di mangiare proprio come sta facendo in questi giorni. Da quanto riportato Richard Ratcliffe la donna avrebbe dei noduli al seno che andrebbero meglio diagnosticati ed invece si denota una totale mancanza di cure mediche. Dopo piú di due anni di detenzione e dopo varie sollecitazioni da parte dei suoi avvocati lo scorso Agosto 2018 ha potuto riabbracciare sua figlia Gabriella, ma solo per tre giorni per poi rientrare in carcere. Quei tre giorni Nazanin li ha trascorsi insieme alla famiglia nella casa dei suoi genitori, a Damavand, nella periferia nord-est di Tehran. Ha raccontato «Ho pianto tanto quando ho saputo del permesso, non me lo aspettavo. Sono uscita dalla cella tra i balli e i canti di tutte le altre detenute che facevano festa in mio onore». La storia di questa giovane donna e lo sciopero della fame anche da parte di suo marito sta creando qualche malumore in Iran. Infatti riferendosi proprio alle pressioni poste in questi giorni dal marito davanti all’Ambasciata Iraniana a Londra, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Seyed Abbas Mousavi qualche giorno fa ha affermato che queste esternazioni hanno il solo scopo di aumentare il clamore mediatico e di attirare l’attenzione, sottolineando che ‘tali mosse’ non aiuteranno di certo a risolvere il caso. “Causare disordini e ostacoli alla routine quotidiana di un’ambasciata – ha detto – è in violazione delle convenzioni internazionali e tali mosse non sono accettate dall’Iran”. Mousavi ha inoltre dichiarato che il sistema legale del suo paese considera Nazanin Zaghari-Ratcliffe, una spia nazionale e per questo é stata accusata di crimini contro la sicurezza nazionale. Ha ribadito ancora una volta che seppur la Zaghari sia di doppia nazionalitá, l’Iran non riconosce questo stato per cui per la Repubblica Islamica dell’Iran, é una iraniana a tutti gli effetti e per questo risponde alle leggi in vigore nel paese. Proprio lo scorso Maggio il Ministero degli Esteri britannico ha consigliato ai cittadini con doppia cittadinanza iraniana e britannica di non andare in Iran per il rischio di essere trattenuti dalle forze di sicurezza iraniane, ed ha parlato delle «continue arbitrarie detenzioni» e del «maltrattamento delle persone con doppia cittadinanza». L’avviso, in particolare, è rivolto alle persone che lavorano nelle istituzioni britanniche. Il Ministro degli esteri britannico Jeremy Hunt ha detto che “ripetutamente é stato chiesto all’Iran di risolvere questo problema, ma la condotta del regime iraniano è peggiorato. Avendo esaurito tutte le altre opzioni, devo ora consigliare a tutti i cittadini britannici-iraniani di non andare in Iran: i pericoli che affrontano includono la detenzione arbitraria e la mancanza di accesso ai diritti legali di base, come abbiamo visto nel caso di Nazanin Zaghari-Ratcliffe”. La vicenda di Nazanin a quanto pare non verrá risolta a breve soprattutto dopo il richiamo da parte dell’autoritá iraniane dell’ambasciatore britannico a Tehran, dopo che Londra ha affermato che l’Iran è “quasi certamente” responsabile degli attacchi alle due petroliere nel Golfo di Oman” avvenuta due settimane fa. La preoccupazione oltre al peggioramento delle condizioni di salute di Nazanin é che in questo periodo di tensione, sia lei che altri prigionieri di coscienza di doppia cittadinanza possano venire utilizzati dal regime come merce di scambio, o oggetto di ricatto per ottenere dei propri tornaconto.


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