Vauro e Left censurati da Fb per la vignetta che denuncia la deportazione dei rifugiati di Castelnuovo di Porto

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Riceviamo e pubblichiamo dalla redazione del settimanale Left a cui rivolgiamo la nostra totale solidarietà estesa, ovviamente, anche a Vauro.

Per tre giorni uno dei nostri social media manager, un giornalista, non potrà postare né commentare su Facebook. Questa è la sanzione comminata dal social di Zuckerberg per aver osato pubblicare una vignetta satirica di Vauro – storico collaboratore di Left – in cui si denuncia l’ultima “impresa” del ministro degli Interni contro un esempio virtuoso di integrazione tra profughi di nazionalità diverse e la comunità locale che li ospita. Stiamo parlando del Cara di Castelnuovo di Porto in provincia di Roma i cui ospiti da lunedì mattina sono oggetto di trasferimento coatto su pullman della polizia in altre regioni in base alle norme introdotte con la cosiddetta legge sicurezza approvata lo scorso dicembre. E poco importa ai responsabili di questa decisione se qualche centinaio di persone perderà il lavoro (tra italiani e stranieri) e decine di bambini stranieri non potranno più andare a scuola. Davvero geniale, non c’è che dire, oltre che umano.

“Così si distrugge un modello d’integrazione, s’interrompe un’esperienza positiva, si mandano via bambini che frequentavano fino a ieri la scuola qui, migranti che avevano intrapreso un percorso, che hanno ancora aperte cause per il riconoscimento del loro status”, ha dichiarato a Rainews24 il sindaco di Castelnuovo di Porto Riccardo Travaglini. “In 24 ore – ha continuato Travaglini – è stato smantellato quanto di buono era stato fatto in questi anni. In questo territorio abbiamo fatto tanta accoglienza, sono transitati di qui 8 mila richiedenti asilo”. Il primo cittadino, fuori dal Cara, ha fatto allestire una tenda con brandine e coperte: “Cinque di loro lasciando il centro ci hanno detto di essere diretti alla stazione Termini, mentre io ospiterò questa notte una donna somala con protezione umanitaria. Non sono per la disobbedienza ma non si può disperdere così un’esperienza positiva di integrazione”. “Le persone non sono slogan” commenta la Croce rossa di Roma: “La storia dell’Umanità si costruisce soprattutto nella difesa dei valori e dei diritti fondamentali delle persone. Noi, tutti, nell’esercizio di ogni forma di responsabilità ricordiamoci che le donne, i bambini e gli uomini sono un’altra cosa rispetto a ogni forma di slogan. Questo è quanto ci sentiamo di sottolineare stasera rispetto alle notizie sulla chiusura del CARA di Castelnuovo di Porto”.


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