Lettera Fnsi e Usigrai inviata oggi ai 7 componenti del Consiglio di Amministrazione della Rai

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Pubblichiamo il testo della lettera che Fnsi e Usqigrai hanno inviato oggi ai 7 componenti del Consiglio di Amministrazione della Rai in vista della riunione fissata per la nomina del Presidente della Rai.

 

Egregio Consigliere,

nei prossimi giorni Lei sarà chiamato a votare per nominare il Presidente del Cda, nomina che diverrà efficace dopo il parere favorevole,  espresso a maggioranza dei due terzi dei suoi  componenti,  della  Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la  vigilanza  dei  servizi radiotelevisivi.

In vista di tale appuntamento, riteniamo doveroso richiamare alcune norme e principi generali, ormai acquisiti, sull’autonomia e l’indipendenza del Servizio Pubblico radiotelevisivo.

Questo perché nei giorni scorsi è avvenuto un fatto di particolare gravità. 

Al termine della riunione del Consiglio dei Ministri di venerdì 27 luglio, è stata diffusa la notizia dell’ ”indicazione”, da parte del Governo, di Marcello Foa quale Presidente della Rai.

Al di là del comunicato ufficiale del governo, lo testimoniano chiaramente le dichiarazioni – diffuse anche attraverso i social – dei vice presidenti del Consiglio dei Ministri, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, e anche quelle del diretto interessato che si dice “orgoglioso ed emozionato per la nomina a Presidente della Rai”.

Luigi Di Maio, come Lei sa, è anche responsabile del Ministero dello Sviluppo economico, ministero che vigila sulla Rai.

L’indicazione del Presidente da parte del Governo (una vera e propria nomina, da quanto è potuto emergere) svuota di ogni prerogativa sul punto il Consiglio di cui Lei fa parte, rendendo il Suo voto, di fatto, una mera ratifica di una decisione già assunta.

Il Governo – ed anche questo Le è perfettamente noto – ha il compito di designare, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, due membri del Consiglio; ma certo non può nominare, neppure di fatto, il Presidente.

Ciò, a prescindere da ogni aspetto politico e di opportunità, si configura come una violazione del decreto legislativo n. 177 del 2005, così come modificato dalla Legge n. 220 del 2015 (cosiddetta Legge Renzi), il quale prescrive testualmente, come prima ricordato, che “la nomina del presidente del consiglio di amministrazione è effettuata dal consiglio medesimo nell’ambito dei suoi membri e diviene efficace dopo l’acquisizione del parere favorevole, espresso a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi”.

Questa è una novità, rilevantissima rispetto alla disciplina precedente contenuta nella legge n. 112 del 2004, cosiddetta Legge Gasparri, per la quale era previsto che due membri [del CdA], tra cui il presidente, sono invece indicati dal socio di maggioranza”.

L’indicazione (e, di fatto, la nomina, qualora questa divenisse efficace) da parte del Governo del Presidente del CdA Rai si configura dunque come una palese violazione di legge, anche attraverso la violazione delle prerogative e della libertà del Consiglio di Amministrazione della Rai.

Si tratta di una indebita ingerenza che non è solo inopportuna sul piano dell’equilibrio fra poteri dello Stato, ma è anche contraria ai principi costituzionali: la Corte costituzionale (Corte cost. 10 luglio 1974, n. 225) ha riconosciuto espressamente la rilevanza costituzionale del principio secondo il quale “gli organi direttivi dell’ente gestore non devono essere costituiti in modo da rappresentare direttamente o indirettamente espressione, esclusiva o preponderante, del potere esecutivo e la loro struttura deve essere tale da garantirne l’obiettività”, precisando che “per la concretizzazione di siffatte direttive e per il relativo controllo devono essere riconosciuti adeguati poteri al Parlamento, che istituzionalmente rappresenta l’intera collettività nazionale”.

La Consulta (Corte cost. 13 marzo 2009 n. 69) ha affermato inequivocamente che “La rappresentanza parlamentare, in cui tendenzialmente si rispecchia il pluralismo esistente nella società, si pone […] come il più idoneo custode delle condizioni indispensabili per mantenere gli amministratori della società concessionaria, nei limiti del possibile, al riparo da pressioni e condizionamenti, che inevitabilmente inciderebbero sulla loro obiettività ed imparzialità.

Si tratta di prerogative, quelle della imparzialità ed autonomia del Consiglio di Amministrazione della Rai, sulle quali il Governo non può in alcun modo reagire e la Commissione di Vigilanza è chiamata a svolgere un’intensa attività di protezione e controllo, anche in ragione dei presupposti di legge per la nomina a componente del CdA, fra i quali l’art. 49 d. leg. n. 177 del 2005, prescrive espressamente la “notoria indipendenza di comportamenti”.

Lo stesso Presidente della Camera On. Roberto Fico non ha mancato di dichiarare che “il nuovo consiglio d’amministrazione della Rai come primo punto deve sentirsi indipendente a tutti i costi”, sicché deve avere cura di vigilare affinché tale indipendenza sia reale ed effettiva.

Inoltre, il 7 marzo 2018 il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa nelle Linee guida allegate alla raccomandazione “Media pluralism and trasparency of media ownership”(CM/Rec(2018)1) ha chiarito, in via generale, che gli Stati devono adottare misure per tutelare l’indipendenza del Servizio Pubblico, precisando che proprio il Consiglio di Amministrazione deve operare in modo totalmente indipendente.

In questa direzione, per il Comitato dei Ministri le norme sulla composizione e sulle nomine devono essere trasparenti e contenere un adeguato sistema di controllo e di bilanciamento per assicurare la totale indipendenza del Servizio Pubblico.

Il mancato rispetto delle regole relative alla nomina del Presidente del Consiglio di Amministrazione è una violazione grave dell’autonomia e dell’indipendenza dell’intero Servizio Pubblico e impone una segnalazione immediata, sul piano sovranazionale, agli organismi internazionali che si occupano di libertà di stampa come il Relatore speciale sulla promozione del diritto alla libertà di opinione e di espressione dell’Onu, il Relatore sulla libertà dei media dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), nonché al Consiglio d’Europa; sul piano nazionale, alla Commissione di Vigilanza RAI affinché eserciti le prerogative di legge.

La invito, pertanto a mettere in atto tutte le azioni necessarie a tutela dell’autonomia e della indipendenza dell’organismo di cui Lei è componente.

La Fnsi e l’Usigrai, qualora dovessero riscontrare il perdurare delle violazioni normative così, allo stato, individuate, valuteranno l’ipotesi di attivarsi in ogni sede per l’effettivo ripristino della legalità.

 

Cordiali saluti.

 

Vittorio di Trapani, Segretario Usigrai 

Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, Segretario e Presidente Fnsi

 


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