Don Ciotti: “Vedere attaccato con tale violenza Mattarella ci indigna”

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Luigi Ciotti 

Siamo davanti ad una situazione di grande fragilita’ e a pagare sono le fasce piu’ deboli. C’è una politica che strumentalizza il disorientamento delle persone. In frangenti così delicati bisogna però essere responsabili.

Del  Presidente Mattarella, conosciamo il suo spessore e la sua integrità morale, la sua concezione alta e disinteressata della politica e la sua capacità di ascolto. È una persona di cui dovremmo essere fieri. Il presidente e’ una persona seria, ha pagato sulla sua pelle un prezzo non indifferente nella sua vita ed e’ un uomo che ascolta molto. Vederlo attaccato con tale violenza e volgarità ci indigna e ci addolora. Ha applicato appieno l’articolo 92 della Costituzione e la sentenza della Consulta che gli da’ il diritto di persuasione. C’e’ bisogno che in questo Paese ci diamo una mossa di piu’ tutti, perchè ,in fondo, a tradire la Costituzione non è stato Mattarella, siamo stati anche noi: c’è chi freme per i cambiamenti, e noi avremmo dovuto lottare di più per loro in questi anni. Il vero regime oggi è quello che nasce dall’anestesia della coscienza.

Mi sconcerta l’imbarbarimento del linguaggio, gli insulti e le aggressioni verbali. E tutti noi dobbiamo prestare più attenzione anche alle parole, perché e parole sono azioni e responsabilità. Credo che tutti abbiamo sofferto quando hanno detto a Mattarella “hanno ucciso il fratello sbagliato”. Tutto ciò è sintomo di una malattia sulla quale dobbiamo interrogarci, una malattia che riguarda la qualità dei rapporti umani, il rispetto che non deve mai mancare meno, l’attenzione all’uso delle parole. Il “web”, i “social” dovrebbero essere strumenti di dialogo, di incontro, di crescita culturale. Usati così ci stanno invece incattivendo, ci stanno degradando. Dobbiamo contrastare e fermare lo spreco, l’abuso e il degrado delle parole. L’attuale declino politico economico e culturale viene innanzitutto da un deficit etico , cioè da una perdita di responsabilità. La politica nasce per governare le città, per garantire la giustizia sociale e la pacifica convivenza. La politica nasce dall’etica. Oggi, assistiamo troppo spesso al divorzio della politica dall’etica. La politica è etica della comunità, servizio per il bene comune.

La responsabilità è la spina dorsale della Costituzione e della democrazia. Senza responsabilità i rapporti umani si degradano.Nella Costituzione troviamo parole di libertà e di responsabilità. Conoscere la Costituzione è farla vivere nei nostri comportamenti quotidiani, farla diventare cultura e costume nella vita pubblica e nella vita privata. Se la nostra democrazia è malata perché la costituzione è stata tradita. E una democrazia malata, pallida, fiacca può diventare uno strumento per forme di “populismo”.

Siamo davanti ad una situazione di grande fragilita’ e a pagare sono le fasce piu’ deboli. C’è una politica che strumentalizza il disorientamento delle persone, la loro rabbia certo motivata. In frangenti così delicati bisogna però essere responsabili. C’è un problema di giustizia sociale che tutti riconoscono e che tutti sono chiamati ad affrontare. Chi ha un ruolo politico deve mettersi nei panni degli altri per capire dove sta la fatica, la fragilita’, le poverta’. Ben venga chiunque che rispetti la costituzione e metti al centro la persona.

Il nostro paese ha bisogno dell’opera quotidiana dei cittadini responsabili capaci di tradurre la domanda di cambiamento in forza di cambiamento. La nostra forza deve essere l’umiltà, la coscienza del limite, non sentirsi mai arrivati. Non dobbiamo correre il rischio di sentirci comodamente dalla parte giusta. La “parte giusta” non è un luogo dove stare ma un orizzonte da raggiungere insieme. Abbiamo bisogno di coraggio e perseveranza , senza dimenticare che è proprio nei momenti più oscuri che la speranza risorge e rischiara l’orizzonte.

Da liberainformazione


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