Il cyberspazio: il vero nemico dell’Iran

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Dall’elezione del Presidente Hassan Rohani il tema della rete Webin Iran é stato spesso motivo di conflitto tra conservatori e riformisti. Qualche mese dopo l’elezione fu proprio Rohani ad auspicare per il proprio paese un ‘Governo Elettronico’ ovvero il cyberspazio inteso come opportunitá per gli utenti e non visto come una minaccia, volto soprattutto alla creazione di nuovi posti di lavoro. Le posizioni circa l’utilizzo dei social network e di internet sembravano  davvero voler dividere il paese a metá. Qualche tempo fa il Ministro della Cultura Ali Jannati in una intervista rilasciata in Italia aveva dichiarato “Il Web fa parte della cultura, ma ancora oggi in Iran abbiamo due scuole di pensiero. La prima sostiene che l’impiego dello spazio cibernetico sia qualcosa di avverso, poiché, alcuni vedono nell’utilizzo dei social network, una minaccia in grado di allontanare il credente dai principi islamici.

L’altra scuola di pensiero, crede al contrario, che bisogna garantire l’accesso all’informazione mediante i nuovi sistemi che la societá suggerisce, poiché é impossibile privare oggi la popolazione delle nuove tecnologie.” http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2015/03/24/news/iran-110367355/

A oggi pare che l’Iran abbia trovato una soluzione per acconentare entrambe le scuole di pensiero ovvero una RETE WEB NAZIONALE.

Si é svolta infatti qualche settimana fa a Tehran, alla presenza del ministro delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione del paese, Mahmoud Vaezi, la cerimonia di inaugurazione della prima fase di quella che l’Iran chiama la RETE WEB NAZIONALE una rete di alta qualità, ad alta velocità con connessioni a basso costo. Si tratta di una rete completamente distaccata dal World Wide Web; da ora in poi si potrá navigare a una velocitá 60 volte superiore a quella attuale. Secondo quanto rivelato, il 40% dei contenuti e servizi fruibili in Iran risiedono in parte, già sulla rete parallela.

Parlando con l’agenzia di stampa iraniana Tasnim il presidente iraniano, Hassan Rouhani, ha detto  «se gli utenti avranno un facile accesso a una rete nazionale affidabile, stabile e sicura, potranno giocare un ruolo chiave nello sviluppo del Paese». La prima fase del rollout consiste nel fornire l’accesso ai servizi di e-government e pagine Webnazionali; una seconda fase, con scadenza febbraio 2017, aggiungerà contenuti video domestico e una terza fase, prevista per marzo 2017, introdurrà ulteriori servizi e fornirá il supporto per le aziende coinvolte nel commercio internazionale. Secondo quanto dichiarato la privacy degli utenti sarà rispettata, ma su questo qualche dubbio sorge, visto che sará una rete in cui le autoritá potranno controllare ogni accesso. In realtá seppur questa notizia da una parte mostra un Iran sicuramente avanzato e tecnologico, dall’altra sembra proprio un vero e proprio inganno. Secondo alcuni analisti nel momento in cui l’Iran avrá una sua rete Internet Nazionale tutto ció che verrá visualizzato online verrá fitrato e gli utenti potranno accedere solo alle notizie decise dalla Repubblica Islamica.

Ad oggi l’Iran ha di gran lunga il maggior numero totale di utenti Internet in Medio Oriente, in parte a causa della sua popolazione di quasi 80 milioni di abitanti. Dal 2009, a seguito delle proteste delle contestate elezioni dell’ex  Presidente Mahmoud Ahmadinejad, l’Iran ha bloccato l’accesso a Twitter, Facebook, YouTube e ad alcuni siti Internet che venivano utilizzati per organizzare le manifestazioni di protesta. Tutti i social network sono bloccati e vi si accede solo attraverso filtri speciali: i famosi VPN scaricabili online gratuitamente. Nonostante la censura e i blocchi imposti dalla polizia informatica e dall’intelligence, sono centinaia di migliaia gli iraniani che comunicano attraverso il Web spesso proprio per rivendicare il proprio malcontento e denunciare le numerose privazioni alle quali vengono sopposti.

Alcuni giorni fa, nel mese di Agosto, come avviene ciclicamente in Iran da anni, alcune centinaia di persone sono state interrogate e arrestate con l’accusa di “uso immorale” di Internet. Ben 450 utenti internet, in maggioranza ragazzi, sono stati fermati dall’unità di ‘cybersecurity’ dei Guardiani della Rivoluzione accusati di aver diffuso sui social network, su Telegram e Instagram, messaggi “immorali” o “contrari all’Islam”, ritenuti un “oltraggio al valore della famiglia” nella Repubblica Islamica.

Dunque la nuova rete cibernetica nazionale, secondo alcuni, altro non sará che una ulteriore stretta sulla libertà di navigazione degli utenti e un chiaro segno delle autoritá concepito per diffondere la solita paura, dissuadendoli dal postare, navigare e commentare in totale libertá. Secondo quanto dichiarato dalla Press TV, il canale nazionale in inglese della Repubblica Islamica,  in occasione dell’inizio dell’anno scolastico il  Leader della Rivoluzione Ayatollah Seyyed Ali Khamenei ha richiamato l’attenzione sui vari tentativi messi in atto dai nemici dell’Iran per minare attraverso il Web i valori islamici, ed ha sollecitato il clero, quindi tutti i religiosi a confrontarsi con tali tentativi. Sembra dunque plausibile che il Web sia ormai diventato per la Repubblica Islamica il nemico numero uno da sconfiggere, ma visto il gran numero di utenti che utilizzano il Web per accedere a notizie filtrate dal ‘regime’, sará una battaglia davvero troppo difficile da vincere.


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