Brutta vignetta Charlie. Viva Charlie!

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COMBO CHARLIE HEBDO PER SITO

Egregio direttore, chiedo a voi paladini della libertà di informazione se considerate la disgustosa vignetta di Charlie Hebdo come un’espressione di libera satira da difendere o se ritenete, almeno in quest’occasione che esista un “cattivissimo gusto” da censurare?
Carlo Fortini, Lucca

Carlo è uno dei tanti che oggi hanno scritto ad Articolo21 per contestare la vignetta di Charlie Hebdo sui terremotati del centro Italia. Una decina di mail tutte molto indignate nel sostenere – sintetizzo sperando di cogliere il senso dei mittenti – che c’è un limite di buon gusto nella satira, che la satira deve irridere i potenti ma non i deboli e specialmente non i morti.

A me non piace la vignetta di Charlie Hebdo (“Sisma all’italiana, penne in salsa tomato, penne gratinate e lasagne”), non mi è piaciuta quella di Natangelo sul Fatto Quotidiano con la Morte che si scusa per il terremoto (“Avevo solo chiesto un’amatriciana”). E non sempre mi sono piaciute quelle che io stesso ho pubblicato sul sito di Articolo21 dei nostri Vuchich e Cappello (ottimi vignettisti che approfitto per ringraziare sempre per i loro contributi).

Ma chi stabilisce se una vignetta è pubblicabile o meno? Come si misura il confine fra satira e cattivo gusto? E poi, quale sarebbe la satira di buon gusto? E’ un crinale pericoloso quello che ci spinge ad invocare la censura quando una forma di satira non ci piace. Siamo tutti Charlie Hebdo quando la satira francese prende di mira Maometto e smettiamo di esserlo quando il bersaglio è il terremoto?
“La satira – scriveva il poeta irlandese Jonathan Swift – è una sorta di specchio dove chi guarda scopre la faccia di tutti tranne la propria”. Non possiamo misurarne l’adeguatezza sulla base dell’impatto emotivo soggettivo perché così facendo chiunque si sentirebbe legittimato a chiederne il bavaglio quando si sente colpito nel vivo.

La satira è così. Può far ridere o meno, e può anche fare schifo. Raramente lascia indifferenti.
E può far riflettere. E forse varrebbe la pena di contestualizzare anche una vignetta che di primo acchito ci disgusta e cercare di interpretare il pensiero di chi l’ha disegnata.
Siamo proprio convinti che quelli di Charlie Hebdo volessero offendere la memoria delle vittime del terremoto? O forse volevano denunciare, a modo loro, il nostro sistema di corruzione, le nostre complicità, la nostra indifferenza?

A me quella vignetta non piace ma preferisco spendere la mia indignazione contro coloro che ridevano alle 3.32 durante il terremoto dell’Aquila e contro tutti quegli speculatori (i veri sciacalli) che per il mero profitto costruiscono, appaltano, firmano e deliberano per case, strade, scuole e ospedali fuori norma che rischiano (com’è successo e come purtroppo succederà ancora) di causare una strage.
Brutta vignetta Charlie. Viva Charlie!

Stefano Corradino
(direttore Articolo21)
@s_corradino

Per inviare lettere scrivete all’indirizzo corradino@articolo21.info


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