Cosa può fare una petizione

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“Caro direttore, sono una delle firmatarie, e non mi è abitudine firmare così spesso perché non sempre credo nell’efficacia di una petizione. Ma questa volta ero convinta che contarsi fosse importante e anche esercitare una qualche pressione. Dunque sono soddisfatta dell’esito e ti ringrazio per aver preso l’iniziativa per conto dei tanti cittadini che hanno, come me, aderito”. (Adriana Nannicini)

“Grazie di cuore. Per la prima volta ho avuto la bella sensazione di aver contribuito a “sanare” una mostruosità” (Andrea Trebo)

“Sono contento che con la mia firma insieme a tantissime altre siamo riusciti a far sentire la opinione di quella porzione di popolo che vuole sradicare le idee negative che non permettono di creare una coscienza pulita con la quale crescere e sconfiggere le grandi malattie della nostra società come il razzismo. Grazie per la tua proposta di cacciar via il razzismo dal parlamento europeo. (Gadaleta Nicolas)

“Buon giorno Direttore, la ringrazio per il risultato ottenuto con la petizione per l’espulsione di Borghezio dal parlamento europeo. Non solo per il risultato in quanto tale, ma soprattutto perché mi ha dato nuova speranza nella possibilità che l’Italia non sia rappresentata da personaggi come Borghezio o da idee razziste e vergognose come quelle da lui espresse. E perché mi ha confermato che ci sono ancora cittadini che sperano in un paese civile, multirazziale, dove xenofobia e odio non devono trovare spazio”. (Marta Antonioli)


Ho deciso di pubblicare alcune delle centinaia di mail di cittadine e cittadini che hanno firmato la petizione su Change.org per chiedere le dimissioni di Mario Borghezio in seguito alle sue dichiarazioni contro il ministro Cecile Kyenge. Queste lettere, giunte in redazione dopo la notizia dell’autosospensione dell’eurodeputato leghista hanno un denominatore comune: la consapevolezza che firmare una petizione non è solo un gesto simbolico per esprimere la propria indignazione (che non è poco) ma, come scrivono i promotori di Change.org può radicalmente “trasformare le proprie comunità a livello locale, nazionale e globale”, “rendere governi e associazioni più reattivi e responsabili”. Grazie ancora a tutte e tutti coloro che hanno firmato!

Stefano Corradino

 


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