Mani di pace. Lettera aperta ai 5500 partecipanti al Meeting nazionale delle scuole di pace

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Quante mani servono per fare la pace? A volte ne bastano due. Spesso ne occorrono molte, molte di più. Per fare il Meeting nazionale delle scuole di pace che si è svolto ad Assisi il 15 e 16 aprile ne sono servite tantissime. E noi le vogliamo ringraziare tutte, dalle più piccole alle più grandi. Tra queste ci sono quelle delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi e di tutti gli studenti che hanno animato queste due giornate condividendo idee, emozioni, gesti, canzoni, suoni, cartelli, voci, progetti realizzati nel corso dell’anno scolastico. A loro e alle famiglie che li sostengono va il nostro primo caloroso ringraziamento. L’energia che hanno sprigionato ha inondato di gioia e di speranza il cuore di tutti.
La loro partecipazione è stata possibile grazie all’impegno di oltre cinquecento insegnanti e dirigenti scolastici. Il nostro riconoscimento più grande è per loro perché sappiamo quante fatiche e quanti ostacoli hanno dovuto affrontare non solo nei giorni di Assisi ma nel corso di tutto l’anno. In trent’anni di lavoro con la scuola abbiamo visto crescere la passione e la qualità del loro insostituibile impegno. Per questo non smetteremo mai di ringraziarli! Dalle più alte istituzioni dello Stato, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, sono venuti importanti e non scontati riconoscimenti che ci aiuteranno a proseguire il cammino. Dal palco di Assisi è venuto chiaro e forte anche il ringraziamento di Rosa De Pasquale, Capo Dipartimento del Ministero dell’Istruzione che non ci ha mai fatto mancare il suo prezioso sostegno.

Ad Assisi l’impegno di pace del mondo della scuola si è saldato con quello di tutte le donne e gli uomini che hanno aperto le porte delle istituzioni civili e religiose dell’Umbria, del Comune di Assisi e della Provincia di Perugia, della Regione, della Diocesi e di tutta la famiglia francescana di Assisi, della Prefettura, della Questura, della polizia municipale e di tutte le forze dell’ordine. Senza il loro coinvolgimento, la loro capacità di ascolto e di collaborazione questo Meeting non sarebbe stato possibile. Un ringraziamento particolare va al Vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, ai Custodi delle Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, p. Mauro Gambetti e p. Rosario Gugliotta ai collaboratori della rivista San Francesco e a tutti i frati che hanno partecipato personalmente all’organizzazione del Meeting. Grazie! Grazie! Grazie!

Un sentito ringraziamento lo dobbiamo anche ai pochi giornalisti che hanno seguito i lavori di questo Meeting. Grazie a chi è venuto di persona, a chi è intervenuto nei laboratori coordinati dagli amici della FNSI e di Articolo 21, a quelli della TGR della Rai che hanno realizzato con grande impegno numerosi servizi e dirette. Peccato che la carta stampata non abbia colto questa occasione per abbattere il muro d’indifferenza che circonda il meglio della nostra scuola! Questo muro fa male al nostro paese e va abbattuto. Grazie è anche la parola che indirizziamo a tutti gli amici di Fiumicello che ci hanno aiutato a conoscere Giulio Regeni e a rilanciare la domanda di verità e giustizia. A loro abbiamo offerto un grande abbraccio di solidarietà da consegnare alla famiglia di Giulio. Insieme a loro ringraziamo ancora una volta il Presidente della Repubblica e il Ministro dell’Istruzione che hanno condiviso sino in fondo la nostra decisione di dedicare il Meeting a Giulio Regeni e alla sua storia di responsabilità. Il loro apprezzamento infonde fiducia in tutti coloro che continuano a battersi, senza opportunismi, per Giulio e per il rispetto dei diritti umani di tutti.

L’ultimo ringraziamento, il più affettuoso, lo dobbiamo collettivamente al piccolo gruppo di donne (cinque) che per mesi hanno lavorato nell’ufficio di Perugia alla preparazione del Meeting in condizioni di precarietà e incertezza economica. Nessuno può immaginare la fatica e le tensioni che hanno accompagnato questo lavoro. A loro si sono aggiunti negli ultimi giorni alcuni preziosi volontari e amici che hanno permesso la gestione di un evento così complesso.

Non tutto è andato come avevamo progettato. A chi ha sofferto i limiti del nostro sforzo chiediamo scusa e comprensione. Di fronte alla consapevolezza dei nostri limiti organizzativi, al bilancio ridicolo con cui abbiamo dovuto lavorare, al disinteresse di chi, con poco, avrebbe risolto molti problemi, all’ostilità di chi mal ci sopporta, potevamo limitare la partecipazione delle scuole ma abbiamo scelto un’altra strada.
Chi lavora per la pace tiene le porte sempre aperte.

Flavio Lotti, Coordinatore della Tavola della pace
Aluisi Tosolini, Dirigente scolastico, Coordinatore Rete Nazionale delle Scuole di pace


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