Pulitzer, premiata l’investigazione e l’insistenza nell’approfondire un tema

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Quando vi spiegano che il giornalismo (quello vero) è finito e non ha più un futuro, date un’occhiata a questo link http://www.pulitzer.org/article/2016-pulitzer-prizes Non fermatevi ai titoli dei nostri quotidiani, sui vincitori del Pulitzer, ai pezzi “celebrativi ma vuoti” dei nostri Tg. Guardate quali sono i temi delle inchieste che sono state premiate: gli abusi commessi dalla polizia negli Usa (990 morti nel 2015), i volti e il dolore dei migranti,  gli schiavi bambini dell’Estremo Oriente.  Un’altra cosa importante da fare è controllare che è stata premiata l’investigazione, l’insistenza nell’approfondire un tema, nel tornarci sopra con nuovi particolari, nuove denunce, non un “racconto” occasionale, mordi e fuggi. E’ un giornalismo indipendente, che indaga senza timori verso il potere, che confida di poter essere strumento di conoscenza al servizio dell’opinione pubblica. Siamo lontani mille miglia dagli “spieghisti opinionisti” di casa nostra che passano il tempo a spiegarci il mondo senza sapere nulla di autentico e originale. Siamo lontani dal servilismo ma pure dal vuoto preconcetto di chi sale sul palcoscenico della comunicazione soltanto per mettere in mostra se stesso. Siamo lontani dall’Italia? Per tanti aspetti lontanissimi. Ma è bene che questo giornalismo esista: perché dei modelli positivi sono sempre utili, indicano obiettivi cui ambire. E poi perché se non ci fosse più una informazione libera, documentata, capace di indagare e studiare gli eventi, dar loro un contesto, questo mondo sarebbe peggiore o migliore? E’ questa la domanda, senza retorica inutile o ridicoli ( nella situazione italiana) autocompiacimenti.

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