Negazionismo, il reato arriva alla Camera

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Dopo l’approvazione in Senato dello scorso febbraio, quando il ddl passò con 234 sì, 8 astenuti e 3 no, il provvedimento sul reato di negazionismo arriva finalmente alla Camera.
Il disegno di legge prevede un’aggravante di pena di tre anni se la propaganda, la pubblica istigazione e il pubblico incitamento a commettere atti di discriminazione razziale si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah ovvero in materia di contrasto e repressione di crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, come definiti dalla Corte penale internazionale.

Una scelta secondo la relatrice Rosaria Capacchione, del partito democratico, legata alla volontà di evitare l’istituzione di un reato d’opinione in conflitto con l’Articolo21 della costituzione, lasciando così libertà d’espressione e di studio.

L’Italia se il ddl verrà approvato in via definitiva si affiancherà, dopo una lunga inaccettabile attesa, ai molti paesi in cui negare una realtà storica oggettiva come lo sterminio sistematico nei confronti del popolo ebraico, l’utilizzo delle camere a gas e il minimizzare il numero delle donne, degli uomini e dei bambini uccisi è un vile reato che alimenta la profonda ferita lasciata dagli assassini nazisti:

” nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
aizza i suoi mastini contro di noi ci regala una tomba nell’aria
gioca coi serpenti e sogna la morte è un Mastro di Germania
i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith”.

L’indicibile nella poesia “Fuga di morte” del sopravvissuto Paul Celan dentro Auschwitz, ci insegna che senza memoria siamo perduti, ci ricorda che quelli che la uccidono ci lasciano senza speranza, per questo le parole che negano ci toccano di un’invisibile morte.


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