Ho sentito vibrare due parole fondamentali: speranza, comunità

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Il duca di Gloucester, non ancora re, così recita l’inizio del Riccardo III: “Ora l’inverno del nostro scontento si è mutato in una splendida estate grazie a questo sole di York. E le nuvole che incombevano sulla nostra casa sono sepolte nel profondo seno dell’oceano”.
Nell’Italia del nostro scontento nulla si muta in una splendida estate e le volontà, le speranze, i sogni, i desideri di ognuno di noi  sono senz’anima, né luce, né acqua.  Restano prigionieri di un inverno che non precede la rinascita della primavera, e vivono loro malgrado una lunga stagione di notti fredde offuscate da un disagio che porta con sé malessere spirituale e sociale. Sono con tristezza certo che l’inverno dello scontento abbia invaso il Belpaese e mortificato quell’identità nazionale che era costruita con grandi e piccole sicurezze e su piccole riflessioni che avevano la concreta possibilità di divenire grandi.

L’Italia del nostro scontento sembra a una prima lettura, priva di ambizioni e disinteressata al futuro. No, non è così, ma è l’immagine che salta agli occhi. Soprattutto perché la società civile non ha avuto adeguati spazi di autonomia rispetto alla politica. Infatti, quando la politica è entrata in crisi, la società civile si è confusa e persa. Anzi, è stata confusa e persa. Nel discorso alle Camere del Presidente Mattarella mi è parso di cogliere qualcosa di profondamente diverso dai tanti ragionamenti politici che ho sentito fare da vari esponenti dei cosiddetti partiti negli ultimi tempi. Vi ho colto l’insegnamento del cattolicesimo sociale, vi ho sentito vibrare due parole fondamentali: speranza, comunità. Speranza significa che il Presidente è convinto che si possa uscire dallo scontento che ci sta portando a una paralisi della volontà e a una sofferenza delle coscienze, solo lavorando in profondità sulle persone. Insomma ricostruendo la comunità che significa coesione e unificazione. E la comunità significa rispetto per i diritti umani, miglioramento della qualità della vita, lotta alla povertà, capire che la crescita economica e la salvaguardia dell’ambente devono essere un patrimonio e un fine di tutti.


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