Rosi, Napoli piange oggi il più “giornalista” fra i suoi grandi artisti

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La commozione collettiva con manifestazioni d’affetto che sono gia’ storia, non si ripeteranno. Pino Daniele e’ gia’ leggenda, soprattutto perche’ la sua espressione, la musica , entra nella vita delle persone molto piu’ di quanto non lo faccia ogni altra diversa arte. Ma il cordoglio per la morte di Francesco Rosi e i riconoscimenti per la sua opera sono comunque molto forti a Napoli, che nei primi dieci giorni del 2015 ha perso due suoi grandi talenti.Quello di Rosi, scomparso a 92 anni, non si esprimeva da un po’ di tempo. In pochi , poi, ricordano che in una delle sue ultime opere, i “Tre fratelli” il grande regista aveva voluto come colonna sonora del sogno di un personaggio interpretato da Vittorio Mezzogiorno “je so pazzo ” di Daniele. Carismi diversi, ma denuncia come comun denominatore. Filosofico-immaginifica quella del musicista-cantautore, la sua Napoli carta sporca di cui nessuno se ne importa, o l’ abboffata di caffe’ per non pensare a tutto cio’ che non va. Assolutamente giornalistica, d’inchiesta quella del regista memorabile autore de “Le mani sulla citta'”. Il suo neorelismo e’ stato immenso soprattutto per la capacita’ di affresco degli scenari concreti. Lui stesso, nel  precisare che  riferimenti a fatti e personaggi fossero puramenti casuali, amava sottolineare come l’ambiente sociale raccontato fosse , invece, reale. Il suo film sulla speculazione edilizia del periodo laurino incise direttamente attraverso la pubblica opinione sulla politica. Ecco perche’ Napoli piange oggi il piu’ “giornalista” fra i suoi grandi artisti, che lascia una lezione d’impegno nella ricerca della verita’.


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