Il solito Paese dalla memoria corta e dall’innamoramento facile

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Quando si dice che i giornalisti non dovrebbero esprimersi, osservare un ruolo terzo per non essere accusati di essere di parte nella discussione politica, si dice una cosa condivisibile solo in parte. Un conto è la partigianeria, appiattirsi anche per convinzione nei confronti di una parte politica. Ma chi prova ad osservare ciò che accade ed esprime un giudizio, non può e non deve essere etichettato come pro o contro qualcuno. Anzi, forse andrebbe solo ringraziato per come fa il suo lavoro. Oggi sembra che il Paese si divida in innovatori e conservatori mettendo tutti i primi tra i renziani e gli altri fuori. Senza pensare che in un’altra stagione recente, gli innovatori stavano tutti da un’altra parte. Un dato è certo: la memoria del Paese resta corta, al di là di chi sia alla guida del governo.

Così ha fatto bene Vittorio Di Trapani a raccontare che la levata di scudi della politica nei confronti del Cda della Rai suona strana Ha fatto bene nel ricordare che il Consiglio di Amministrazione della Rai non è la prima volta che prende una decisione “contra” governo.

Ogni consiglio di amministrazione, di qualsiasi azienda si sarebbe comportato nello stesso modo se dal proprio bilancio si pretendesse di far sparire improvvisamente 150 milioni di euro per una decisione presa da un soggetto terzo. Anzi, se una stranezza c’è, in questo caso, è un direttore generale che “sgrida” il proprio Cda perché si è opposto ad un prelievo forzoso di 150 milioni di euro. Immaginate tutto ciò in un’azienda privata. Lo stato decide di erogare alla Fiat 150 milioni di incentivi (una volta si poteva, ora non più perché vietato dall’Europa. Ma immaginate questa cosa possibile per un attimo). La Fiat inscrive in bilancio questa spettanza, deliberata dallo Stato. Ad un certo punto lo Stato decide di prenderseli, senza ragione se non quella di una difficoltà economica. Il Consiglio di Amministrazione della Fiat non protesta, sceglie di lasciare quei soldi anche se rischiano di mettere in crisi l’azienda. Non solo, ma lo stesso Amministratore Delegato Marchionne, che dovrebbe difendere insieme al Cda l’azienda, plaude la scelta degli amministratori.

In più, nella vicenda della Rai, c’è un governo e una maggioranza che continua a dire che la politica deve uscire dalla governance e, contemporaneamente, interviene stigmatizzando una scelta di un Cda aziendale che va “contro” una decisione politica. C’è qualcosa che non va. Se autonomia e indipendenza ci deve essere in Rai lo dovrebbe essere dai partiti e dai governi. Come la certezza delle risorse per il servizio pubblico deve essere definita e non rintracciata di anno in anno. Incertezza delle risorse può significare ricatto. Ti premio se “fai qualcosa” in un certo modo. Ti penalizzo se non lo fai.

Ma, come detto all’inizio, il mondo sembra dividersi in innovatori (renziani) e conservatori. Se ciò che il governo sta facendo sulla Rai e le dichiarazioni prese da alcuni esponenti politici sulla Rai fossero state fatte e dette in epoca berlusconiana, avremmo le piazze piene di manifestazioni. Se un governo Berlusconi avesse solo immaginato una riforma del lavoro come questa, il centrosinistra italiano avrebbe fatto barricate e indetto proteste.

Invece ora è tutto tranquillo. Le piazze si fermano, la protesta si ferma, il pensiero si ferma.

Se la sovraesposizione mediatica attuale del Presidente del Consiglio Matteo Renzi fosse stata quella di Silvio Berlusconi, oggi staremmo gridando al golpe mediatico.

Ieri in alcuni Tg ho sentito utilizzare la parola inoccupato al posto di disoccupato. Non è come dire che prescrizione è uguale ad assoluzione?

Nei titoli dei tg sento dire che dopo la proclamazione dello sciopero generale del 12 dicembre da parte di Cgil e Uil “Il sindacato è diviso”. Ma non sarebbe meglio dire che la Cisl è isolata? Negli ultimi anni non si è mai arrivati ad uno sciopero generale che mettesse insieme tutte e tre le sigle confederali. Ha scioperato da sola sempre la Cgil. Lo sciopero generale del 12 dicembre vede insieme Cgil e Uil e le ipotesi di sciopero generale del pubblico impiego vedono Cgil, Cisl e Uil insieme. Tutto ciò plasticamente si può rappresentare in un titolo di Tg (ma anche di giornali) che dice “Sindacati divisi?”

Qualcuno può leggere tutto questo con un ”ma voi dite queste cose perché siete contro il governo, siete antirenzi, siete conservatori”. Semplicemente rispondiamo, come molti di Articolo 21, che queste osservazioni le facevamo quando al governo c’era Berlusconi, quando c’era D’Alema, quando c’era Prodi, Mario Monti, Enrico Letta e penso, pensiamo, sia giusto farle anche oggi, mentre al governo c’è Matteo Renzi. Lasciamo l’innamoramento per le cose di cuore e continuiamo a ragionare con la testa per le cose del mondo.

giorgiorainews@gmail.com


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