Post-sinistra

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Chi annulla  lo Statuto dei Lavoratori, annulla  l’art. 1 della Costituzione.
La Repubblica non sarà più “fondata sul lavoro”, se il lavoro non sarà fondato sulla dignità del lavoratore.

Una volta, la sinistra si preoccupava principalmente di presidiare l’art. 1 della Carta, perché era chiaro che se venivano attaccate le fondamenta della Repubblica, cadeva la democrazia.
Oggi, la post-sinistra pensa che difendere il principio del reintegro – anche se solo nei casi di licenziamento brutale – non sia moderno, perché tutto ha un prezzo (indennizzo), anche la dignità di un lavoratore umiliato dall’ingiustizia.
Guai però a sollevare  queste osservazioni, perché la post-sinistra sfodera subito il 41% di consensi e mena fendenti a chiunque osi chiedere più attenzione ai valori costituzionali, compreso l’art. 41 ,della Carta che pone un limite all’iniziativa privata , quando “reca danno alla dignità umana”.
Le tutele del lavoro si possono e si devono cambiare, ma non azzerare.
Invece, vediamo all’orizzonte il licenziamento certo e il costosissimo sussidio di disoccupazione senza alcun fondo aggiuntivo dedicato.
La post-sinistra non si distingue più dalla destra di sistema. Nella notte nazarena.

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