Giornalisti. Riforma dell’ordine. Come e quanto si cambia

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di Carlo Verna e Alberto Vitucci

Riformare vuol dire ragionare tenendo conto dell’esistente,con la ferma volonta’ di cambiare.Senza il salto nel buio del cancellare tutto. Si tratta di capire quanto si cambia.Nel caso delle linee guida approvate nell’ultima riunione dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti il mutamento di rotta e’ totale,come avevamo chiesto intervenendo proprio sul sito di Articolo 21 qualche mese fa. Quelle idee hanno preso a camminare, sostenute da tanti,al di la’ delle tradizionali appartenenze correntizie,sono state corroborate dal contributo di molti colleghi,hanno superato l’esame dell’ aula senza punteggi da Germania-Brasile ( ma come poteva essere diversamente, visto che la riforma, guardando al futuro, impatta su interessi vari non solo elettoralistici ?). Ora c’e’ una proposta precisa e articolata da sottoporre al Legislatore, contrapponendola alla furia abolizionista. Sul sito dell’ordine dei giornalisti e’possibile leggere il testo completo delle linee guida approvate dal consiglio nazionale. Parliamo di riforma, ma certamente il canale d’accesso unico attraverso formazione universitaria con corsi in convenzione con l’ordine e l’eliminazione della pratica pubblicistica consentendo pero’ al pubblicismo di vivere e di valorizzarsi, costituiscono pilastri rivoluzionari, rispetto a quelle che mezzo secolo fa erano barriere all’accesso e che ora sono linee tracciate per terra indefinibili e moltiplicatrici di lavoro nero, spesso con un incoffessabile scambio tra biglietto per entrare a far parte della categoria e prestazioni,con sacrificio,regalate agli editori meno corretti. Anche eliminando questa sorta di concorrenza sleale si pulisce il mercato e si creano le condizioni per equi compensi, in un contesto di giornalismo libero. Evitiamo di formulare ringraziamenti a chi si e’ impegnato per il raggiungimento del risultato,rischieremmo non bilanciando in una valutazione soggettiva i meriti di rompere un clima, ma sottolineiamo con soddisfazione come,in controtendenza rispetto a cose che stanno avvenendo in questi giorni nella categoria dei giornalisti, la via imboccata sia frutto della collaborazione (attraverso ovviamente mediazione delle posizioni e negoziazione) fra persone che fino a qualche mese fa facevano fatica anche a parlarsi.


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