Riccardo Magherini, un altro che non potrà più difendersi con la propria voce

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Sono Domenica Ferrulli ho 28 anni, mio padre  Michele Ferrulli, muore senza un perchè il 30 giugno del 2011 dopo aver subito un fermo di polizia, per strada sotto casa, muore  nelle mani di quattro giovani agenti di polizia, mentre invocava ripetutamente aiuto a chi stava togliendo per sempre i suoi ultimi respiri. Quando ho sentito per la prima volta la storia di Riccardo Magherini (nella foto) sono rimasta subito colpita, l’accaduto mi ha sconvolta,  ho pensato ci risiamo è successo ancora una volta quello che non sarebbe dovuto succedere; ho subito pensato a una vicenda simile alla morte di mio padre, tanto più che, come nel suo caso, alcune persone che assistevano alla scena hanno girato dei video.

Un uomo immobilizzato a terra che invoca aiuto MISTERIOSAMENTE MUORE, muore nelle mani di chi avrebbe DOVUTO proteggerlo e tutelarlo.
Il mio pensiero è andato subito alla  famiglia di Riccardo, soprattutto ai suoi genitori,  a cosa avrebbero provato nel sentire quella urla strazianti, sapevo cosa avrebbe provato quella famiglia e cosa proveranno ogni volta che riascolteranno quella voce.

Avrei voluto che il dolore che ho provato io e la mia famiglia e proviamo ancora oggi non lo provassero altre famiglie, avrei voluto che  la perdita di mio padre fosse servita a far si che alte famiglie non facessero i conti con queste terribili tragedie…….SBAGLIAVO, CI RISIAMO ANCORA!

Quello che  provo è difficile da descrivere, tutte le volte riguardando le immagini che ritraggono  gli ultimi minuti della vita di mio padre sentendo la sua voce invocare aiuto, sento  come se ricevessi una pugnalata dritta la cuore e per un attimo boccheggio, e come se mi mancasse il respiro, mi sento soffocare,  provo tanta rabbia ma la mia rabbia viene subito sovrastata da un grandissimo senso di impotenza: così mi sento, impotente ed è la sensazione che mi fa stare peggio di tutto. Questa sensazione la combattiamo affrontando un processo difficile e a sua volta doloroso, insieme a tutte le persone che ci sostengono. Ma un processo che mio padre, e così  tutti i nostri cari, meritano, per accertare la verità sulla loro morte.

Non ci sono parole che possano quantificare il dolore che una famiglia possa provare rivivendo gli ultimi attimi di vita sofferente  della persona amata.
Io e Lucia Uva vorremmo esprimere alla Famiglia Magherini  la nostra  solidarietà, tutta la nostra stima per il percorso difficile che dovranno intraprendere per salvare la dignità del proprio caro che non potrà più difendersi con la propria voce.

Siamo consapevoli che i nostri cari mai più nessuno potrà restituirceli, ma hanno il diritto di riposare in pace, perché a loro gli è già stato tolto il diritto di continuare a vivere. Siamo e saremo con voi in questa richiesta di verità e giustizia perché la nostra forza è l’unione.


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