Ginevra, il diritto alla pace in nome della generazione perduta dei bambini siriani.
Oggi al via la Conferenza Internazionale

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Oggi comincerà la tanto attesa Conferenza Internazionale Ginevra 2 sulla Siria, conferenza che si tiene a quasi 3 anni di distanza dall’inizio del conflitto e che è stata più volte rimandata. Sarà molto difficile riuscire a trovare un’intesa di pace per questo paese martoriato da una crisi umanitaria senza precedenti. La mancata volontà di trovare degli accordi da parte della comunità internazionale, già dai primi fermenti di guerra, ha permesso in questi anni che in Siria si espandesse un’incredibile escalation di violenza.  “Nella consapevolezza che esistono equilibri internazionali “delicati” che hanno portato a tutto questo, non esistono motivazioni così esaustive da convincere che tutto ciò era inevitabile. È giusto vedere 5,5 milioni di bambini colpiti dal conflitto di cui 4,2 all’interno della Siria? Circa 1,2 milioni di bambini rifugiati, 4000 scuole distrutte, circa 8000 piccoli innocenti morti? Eppure questi sono solo alcuni dei numeri spaventosi di una ecatombe che nessuno riesce a fermare.” Queste sono le parole di Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, che spiega perché a Montreux si deve parlare della generazione perduta in Siria: “Una generazione di bambini che non ha conosciuto la propria casa perché è nata in un campo profughi, stroncata dal dolore della perdita dei parenti oppure mutilata, offesa nella sua dignità di nazione e parcheggiata in casa altrui. Una generazione di giovani con gli occhi pieni di odio, di ragazze vendute a ricchi emiri per pochi soldi, umiliata da matrimoni precoci spesso rimedio alla disperazione, per non parlare di bambini arruolati come soldati a fare di tutto: i cuochi, i portantini, i messaggeri e ad imbracciare i fucili e sparare ad altri bambini. Parliamo a Montreux, di tutto ciò che “siamo riusciti a combinare” pur avendo pronunciato, ciascuno con la sua buona dose di retorica, mille volte la parola “Mai più” negli ultimi 20 anni, che pure hanno visto il Ruanda e la Bosnia inorridire i nostri occhi, senza dover andare troppo indietro negli anni”.  E’ stato permesso che venissero distrutte centinaia di migliaia di vite umane, si è permessa la distruzione del passato di una nazione che è stata fondamentale per la storia di tutta l’umanità. Si sta distruggendo il futuro della vita di molti bambini avvelenati da sentimenti d’odio, bambini che credono che le loro sofferenze finiranno solo con la morte dei loro nemici.

In questi anni abbiamo visto nascere organizzazioni umanitarie da persone comuni che non hanno lesinato il loro tempo e le loro energie per far pervenire aiuti ai profughi, ho visto l’impegno di associazioni più o meno importanti che pur di portare cibo, medicine e generi di prima necessità nei campi dei rifugiati, hanno messo a repentaglio la loro sicurezza. Abbiamo letto di giornalisti rapiti, di Padre Paolo Dall’Oglio che si adoperava per il dialogo fra i cattolici e gli  islamici e che risulta ancora scomparso. Abbiamo visto l’impegno di molti giovani italo/siriani nel denunciare le violenze che avvenivano e che avvengono in Siria, alcuni di questi ragazzi  insieme ai medici italo/siriani, si sono organizzati per portare aiuti umanitari ai loro connazionali. Abbiamo potuto osservare di quanta indifferenza molte persone siano capaci, nonostante le testimonianze anche visive dell’orrore della guerra. Abbiamo letto i commenti e gli articoli di molti nostri connazionali che si preoccupavano più di trovare sterili ragioni e varie colpe e che negavano che in Siria ci fosse una dittatura, una resistenza, alcuni gruppi violenti, la distruzione di edifici e la morte di migliaia di persone. Ho visto persone poco informate indignarsi per la presenza della Ark Futura nel porto di Gioia Tauro, ma non spendere neanche una parola di pietà verso la popolazione siriana. Abbiamo letto di minacce, anche molto pesanti, fra siriani e sostenitori italiani delle varie parti perché la guerra non è solo fatta di bombe e fucili, ma si nutre di ideologie dove la considerazione e il rispetto della vita umana sono l’ultimo dei pensieri.

Oggi si avviano i lavori a Ginevra, il 27 Gennaio sarà la Giornata della Memoria, non possiamo non associare questi due eventi. Quando molti apriranno gli occhi, o smetteranno di far finta di averli chiusi riguardo alla tragedia siriana, sarà comunque troppo tardi. Ancora oggi, non solo in Siria, per interessi economici e “particolari” equilibri internazionali sono permesse dittature, guerre e povertà. Probabilmente ci vorranno anni prima che terminino le tensioni all’interno della popolazione siriana, ma, come aggiunge Iacomini: “A Montreux c’è un solo tema da affrontare: riportare a casa al più presto una generazione di bambini e le loro famiglie che ancora oggi, quando li vedi sbarcare sulle nostre coste o sorseggiare un tè sotto le tende al caldo, al freddo, con la neve e la pioggia, riescono a sorridere e a raccontare la loro storia con la dignità di chi non si aspetta soluzioni di compromesso ma aspetta paziente, fin troppo paziente, la notizia più importante: la pace.”


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