Auto-stima

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Il sedicente  rappresentante dei “forconi” va via dal suo comizio contro i privilegi della casta in una lussuosa auto blu ed è subito screditato. Il recente segretario del PD Renzi arriva a Roma rigorosamente in treno e questo dettaglio viene positivamente notato. Ormai il lusso della macchina del politico  – status simbol dell’  “onorevole” dal dopoguerra – è diventato marchio della casta e la cilindrata unità di misura della sua distanza dagli altri. Al contrario, più popolare è l’auto che usa, più alta è la stima che riscuote (Civati ha inaugurato persino l’autostop).

Renzi, che è sveglio, tutto questo l’ha già capito, mentre ancora molti politici pensano che ostentare il potere sia un modo per conservarlo. Così c’è ancora chi lo ostenta arrampicandosi su un linguaggio pseudo-forbito, chi circondandosi di giovani d’arredamento (quelli che vengono sempre messi vicino al politico vecchio), chi alloggiando in eleganti fondazioni con vista, chi facendosi proteggere da scorte di rappresentanza.
Tutto questo sfarzo è di colpo diventato anti-ammirativo. Anzi, urticante.
Perché come cittadini esigiamo una nuova sobrietà, come prima forma di rappresentanza della nuova povertà.

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