Boston, Barcellona, Londra, New York. Chi sarà il prossimo?

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Da stamattina il turista che vuole salire sulla torre Eiffel,a Parigi,troverà molti piu’ poliziotti del solito. Dalle prime ore seguenti all’attentato di Boston il  ministro dell’interno Manuel Valls ha ordinato di rafforzare la sorveglianza su tutti gli obiettivi sensibili. E misure analoghe sono state prese a Londra per i funerali di Margaret Thatcher, evento mediatico internazionale,p alcoscenico ideale per i professionisti del terrore. In un mondo dei media a “trazione occidentale” e’ ovvio che i terroristi puntino a lanciare i loro messaggi di morte nei luoghi dove possano avere più risonanza. Ecco perché non possiamo illuderci che l’oceano che ci separa da Boston renda quella strage lontana e facilmente esorcizzabile. Le bombe di Boston minacciano tutti noi. Oggi esplodono negli Stati Uniti, domani possono esplodere a Parigi, Londra, Roma. Il mondo non più dominato da un’unica superpotenza ha paradossalmente moltiplicato i possibili obiettivi del terrore. lo temono molto in Francia,nazione guida nella guerra di Libia e impegnata nella guerra del Mali. La cooperazione internazionale, il ruolo delle nazioni unite, un ‘azione più coesa dell’Europa sono tutti antidoti naturali alla “guerra di tutti contro tutti”. Anche se il pericolo attentati e’una costante ineludibile nostro tempo.
Boston, Barcellona, Londra, New York. Chi sarà il prossimo?


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