Berlusconi in tv, spettacolo tristemente osceno

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Che tristezza. Silvio Berlusconi., nel suo tour televisivo, dalle reti Medaset e a quelle Rai, Porta a Porta. Un vecchio inacidito,intollerante ,che straparla. Per di più, quando si trova in difficoltà, sempre, ricorre all’offesa,indurisce la mascella in una mossa fra il mussoliniano e il putiano, il suo amico russo. A Bruno Vespa ordina di sedersi davanti a lui perché altrimenti gli fa male il collo. Il conduttore di Porta a Porta quando glielo chiede rimane per un attimo interdetto, poi fa buon viso a cattiva sorte e si siede cavanti a lui. Insomma il padrone ordina e il cameriere obbedisce. Così era abituato il cavaliere, ma Vespa, giornalista di lungo corso, ha ben capito che il vento ègirato. Tenta perfino di fargli qualche domanda carina, all’acqua di rose, ma Berlusconi non gradisce. “ Mi consenta- dice -ma la smentisco”. E così smentisce i tre giornalisti che lo interrogano. O meglio provano ad interrogarlo perché parla solo lui. Alle domande non risponde e racconta quanto è stato bravo negli anni in cui ha governato. Antonio Polito, editorialista del Corriere della sera ci prova. Poi ci rinuncia e guarda il cavaliere con un di compassione ce vorrebbe dire, ma quante balle racconti.

Sotto tiro del cavaliere il direttore dell’Unità
Riserva un trattamento particolare a Claudio Sardo il direttore dell’Unità il quale gli ricorda che lui è stato responsabile delle sfascio economico, dello spread e del debito pubblico.<Perde le staffe. Gli occhi a mandorla disegnati dal chirurgo plastico gli diventano due fessure, la mascella mussolin putiniana, si indurisce. Alzala voce. Fa presente che tutti coloro che siedono ai vertici dell’Unione europea di economia non capiscono niente. Solo lui ne capisce perchéun imprenditore, lui e un premio Nobel di cui non dice il nome. Offende Sardo,tratta da ignorante, racconta favole,m come tutta la sinistra. Il direttore dell’Unità si comporta da signore, non ti curar di lor ma guarda e passa, pare dire. Il cavaliere era di pessimo umore fin dall’inizio della trasmissione. Ma come Vespa, il “ suo “ Vespa” aveva mandato in onda quel Benigni che lo aveva preso in giro ? Ma come si era permesso. Non solo, gli aveva pure chiesto perché si era candidato. O non lo sapeva che tutti glielo avevano chiesto?

Da Vespa diserta la famosa lavagnetta. “ Non è serata”
E per punirlo non va alla famosa lavagnetta. Stasera non pare il caso, non è serata, aveva risposto. Il buon Bruno aveva approntato la lavagnetta per segnarci i numeri di una delle più straordinarie balle e raccontate dall’ex premier. Ha spiegato come sarebbe stato possibile abolire l’Imu per la prima casa. Un gioco di prestigio. Elementare, si aumenta la tassa sui giochi, si fa pagare quattro euro al passeggero che sale su un aereo, si tassano di più i tabacchi lavorati, le sigarette, si inventano altre tasse e il gioco è fatto. L’incauto giornalista gli chiede ma se il gioco era così semplice perché non si è fatto un provvedimento in questo senso.. E lui cambia discorso. Gli si chiudono ancora di più gli occhi quando Vespa legge la dira smentita del presidente del Partito popolare europea. Il cavaliere aveva detto che era stato lui a dire Martens di chiamare Monti e invitarlo a candidarsi. Il presidente risponde che non è vero. E il cavaliere con un risolino livido dice che capisce. Non poteva infatti far pensare che era stato come influenzato da lui e la smentita non smentisce niente.

Il cavaliere: vincerò con il 40% dei voti
Poi si passa ai sondaggi. Nn sono benevoli nei suoi confronti. Anche la Ghisleri , sondaggista personale, non se la sente di dire quale sia la percentuale di coloro che hanno gradito il ritorno del cavaliere. Dice che non abbiamo testato. Ma lui imperterrito spara l’ultima balla. Vespa lo stuzzica, gli chiede quale è la percentuale di voti che pensa di ottenere. Riposta, dopo averci girato attorno:vincerò con il40% dei voti. Accenna ad un sorriso solo quando Vespa gli chiede notizia del suo fidanzamento. E non si accorge che anche Vespa sorride sotto i baffi. Poveretto, che pena.


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