Siria, il papa smarca la chiesa dai patriarchi-gerarchi

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di Il Mondo di Annibale
Prende sempre più forma la “rottura” tra il Vaticano e quell’ampia parte della nomenklatura cristiana d’Oriente schierata con il presidente siriano Bashar al-Assad e capitanata dal patriarca maronita Bechara Rai. La chiesa infati chiede ad Assad di fermare i soldati, almeno per la Pasqua. Ma vediamo come si è giunti a questo.  Nelle ore in cui monsignor Fitzgerlad, nunzio al Cairo, partiva per Istanbul in veste di rappresentante della Santa Sede alla riunione degli “Amici della Siria”, Benedetto XVI inviava a Damasco il segretario di Cor Unum, monsignor Dal Toso. Era incaricato di consegnare al patriarca greco cattolico i fondi della Cor Unum stanziati dal papa per la “sofferente popolazione siriana”. I fondi della Cor Unum come è noto costituiscono la “personale beneficienza del papa”, quindi la scelta del beneficiario è molto signifcativa. Ancora di più lo è la scelta di affidarli al segretario di Cor Unum e non, ad esempio, a quello della Congregazione delle Chiese Orientai, considerata (con ogni probabiltà a ragione) un fortilizio degli assadiani, e non solo perchè la guida il cardinal Leandro Sandri, il grande sponsor del patrairca assadiano Bechara Rai, ma certamente anche per questo.

L’importante gesto “simbolico ” del papa è stato ovviamente sottaciuto da molti,  ma non da Radio Vaticana, che al suo rientro da Damasco ha intervistato il segretario del pontificio consiglio giustizia e pace. E cosa ha detto monsignor Dal Toso? Questo: “Il Santo Padre ha voluto fare un gesto, in questa situazione particolarmente speciale di conflitto con le conseguenze che ogni conflitto porta con sé; un gesto speciale della sua attenzione a quanti in Siria, oggi, stanno soffrendo. Il Santo Padre, quindi, intendeva dare prima di tutto un segno della sua vicinanza alla popolazione siriana, e in particolare ai cristiani che sono in Siria, e anche cercare di sostenere l’attività che la Chiesa in Siria sta svolgendo adesso a favore degli sfollati, dei profughi e delle persone che sono in situazione di necessità.”

Questo impegno “della Chiesa” in Siria, guarda un po’, era stato sottolineato dal Nunzio Apostolico, monsignor Zenari, in aperta ed esplosiva polemica con quei patriarchi che avevano parlato di pulizia etnica dei cristiani ad Homs. “Ma quale pulizia etnica!”, aveva risposto il nunzio, “i nostri sono fuggiti e i preti rimasti sono impegnati ad aiutare la popolazione, aprendo loro le case abbandonate.” E così poco fa si è appreso che da Aleppo, a sorpresa, la chiesa ha chiesto al governo (!) la cessazione delle ostilità per i giorni della Pasqua. Una mossa che spiazza Assad, quello che a  parole accetta il piano Annan e nei fatti intensifica la repressione.


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