Rai: in mano al Tesoro e nominata dalla politica? Altro che Bbc…

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Se le anticipazioni di “Repubblica” sono esatte, c’è da rimanere raggelati. Non per il canone agganciato alla bolletta elettrica, operazione che tuttavia appare decisamente problematica e che comunque insiste sul tasto di un canone altrimenti troppo caro. Quando sappiamo che ormai siamo al di sotto di Irlanda, Slovenia e Croazia. I Paesi europei che hanno voluto abolire il canone, hanno indebolito in modo grave l’autonomia della loro radio-televisione pubblica. E’ il caso dell’Olanda dove il bilancio della NPO è diventato una sorta di bersaglio preferito dei partiti populisti, sovente al governo, con riduzioni sempre più pesanti dei finanziamenti governativi che hanno, purtroppo, sostituito il canone e quindi condizionato la politica della televisione pubblica olandese. Le anticipazioni di “Repubblica” parlano poi di una Rai che rimane al Tesoro e di un CdA a cinque che – al di là del potentissimo amministratore unico – verrà nominato non da un organismo di garanzia, come la Fondazione stile Bbc o come il Conseil National de l’Audiovisuel francese (designato dai presidenti della Repubblica e delle due Camere un terzo ciascuno), bensì dalle Camere in seduta congiunta o dalla Commissione di Vigilanza. Mi pare la strada giusta per radicare in Rai il potere del Tesoro e quindi del governo in carica e quello dei partiti e dei loro patteggiamenti.


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