Rivarolo Canavese: in Piemonte la mafia vuole comandare

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Operazione Minotauro atto due. Il comune di Rivarolo Canavese (nella foto) è infatti stato  sciolto per mafia,  comune che si aggiunge al comune di Leinì al quale era  toccata la stessa sorte pochi mesi prima. Una terra martoriata dalle  infiltrazione della ‘ndrangheta quella del Piemonte, dilaniata dai capibastone  che fanno affari e prosperano sempre più, trovando consenso tra la popolazione  anche attraverso le piccole cose, per esempio facendo favori e risolvendo  piccole controversie,  riuscendosi a guadagnare così l’inserimento nel contesto sociale.

A finire nei guai è stato il segretario generale del comune di Rivarolo Canavese Antonio Battaglia. Il sindaco Bertot non è indagato ed ha  ricevuto la solidarietà di tutto il Pdl. Battaglia aveva preparato la campagna  elettorale per le elezioni europee del 2009 proprio di Bertot ed in quella  circostanza gli avrebbe fatto conoscere Giuseppe Catalano, un pregiudicato  mafioso ai domiciliari, morto suicida un mese fa  ed altri esponenti mafiosi  definiti dai pm come ‘’ alcuni degli affiliati della ‘ndrangheta più  rappresentativi della provincia di Torino’’.  Catalano in cambio dell’appoggio  avrebbe ricevuto una contropartita di 20mila euro. A queste parole ficcanti   Bertot ha replicato  che Catalano è solo ‘’una delle tante persone incontrate  in campagna elettorale’’.

Ma nella terra piemontese potrebbe toccare la stessa amara sorte anche ad altri comune in odore di mafia come Courgnè, San Giusto Canavese, Chivasso, Nichelino, Moncalieri senza contare i magistrati hanno identificato la presenza di tre ‘’locali’’ a Torino. Proprio nello scorso giugno i magistrati diedero inizio a quest’imponente  operazione, l’operazione Minotauro appunto,  ammanettando centocinquanta  persone tra i quali spiccavano mafiosi ‘ndranghetisti che erano soliti  intrattenere rapporti con politici altolocati. Per esempio Salvatore Demasi,  definito  dai pm  un ‘’padrino’’ legato ad esponenti di primo piano della  ‘ndrangheta come le famiglie Romeo, Pelle e Vottari di San Luca, il quale aveva instaurato contatti e rapporti con il deputato Pd Lucà originario di Gioiosa Jonica, e proprio Lucà tentava attraverso Demasi di ottenere voti per le primarie al comune di Torino per sostenere l’attuale sindaco Piero Fassino, che non avuto alcun ruolo ed è totalmente estraneo alla vicenda. Una terra recisa è il Piemonte, regione in cui operano diversi referenti  di importanti famiglie come i Pesce-Bellocco,  Morabito, Bruzzaniti, Ursini, Mazzaferro, Morando, Trimboli. Ma qui non siamo nella Locride o nella piana di Gioia Tauro. Siamo nel ricco ed operoso nord. Siamo in Piemonte.


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