Giornalismo sotto attacco in Italia

Tutti gli errori che oscurano il caso Trentini

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E’ passato esattamente un anno da quando il cooperante veneziano Alberto Trentini si trova nelle carceri del Venezuela.

Accusato di cosa? Nessuno lo sa perché le autorità hanno ritenuto di non comunicarlo né alla famiglia, né alla avvocata Alessandra Ballerini, né tantomeno all’Ambasciata, anche perché l’Italia non ha riconosciuto i risultati elettorali.
Da quel momento solo tre telefonate alla mamma Armanda, poi solo silenzio.
Le amiche e gli amici che lo hanno conosciuto e che sono impegnati a suo favore, ci hanno sempre parlato di una persona generosa, impegnata nella cura degli ultimi, sempre dalla parte dei più deboli.
Forse l’unico “reato” che potrebbe aver commesso potrebbe essere quello di “solidarietà”, perché i regimi di ogni colore non possono sopportare chi ascolta la voce dei più deboli e dona loro anche solo una coperta.
Chi volesse saperne di più vada a leggere sul Fatto le puntuali cronache ed analisi di Esrefan Tamburrini, uno dei giornalisti che ha seguito e segue con rigore e infinita passione civile la tragedia di Alberto e di altri detenuti italo venezuelani.
“Siamo distrutti, non sappiamo più in chi e cosa credere”, ci hanno ripetuto  mamma Armanda e papà Ezio alla vigilia del primo anno di carcerazione.
L’Italia, e l’Unione Europea non riconoscono i risultati in Venezuela, del resto Maduro esibisce ogni giorno i suoi precari rapporti con i diritti politici, sociali, civili.
Il mancato riconoscimento rende difficile qualsiasi trattativa tra Italia e Venezuela.
Sarà il caso di ricordare che, invece, l’Italia intrattiene relazioni con la Libia, con l’Egitto, con l’Iran, basti pensare alla liberazione di Cecilia Sala e non solo.
A che punto sono le eventuali trattative? Nessuno lo sa? Chi intrattiene i rapporti con il governo venezuelano? Nessuno lo sa.
Quali sono le iniziative “energiche” più volte annunciate da Meloni e Taiani?
Il tutto é avvolto  da mistero e da un buio simile a quello del carcere nel quale é sequestrato Alberto Trentini.
Se il buio é interrotto da qualche voce  lo si deve a chi, volontario, amico, legale, cronista, non a chi ha dimenticato e ha impedito che la tragedia di Alberto potesse essere rapidamente archiviata. Quando tornerà a casa sarà comunque sempre troppo tardi.

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