Ciò che ci ha insegnato il compianto Stefano Rodotà è che i diritti sono tali solo se si tengono per mano. Non esistono, dunque, diritti sociali e diritti civili; o meglio, esistono ma hanno senso e trovano inveramento solo se camminano insieme, senza graduatorie. Anche per questo riteniamo essenziale recarci alle urne domenica 8 e lunedì 9 giugno per esprimere 5 SÌ ai referendum su lavoro e diritto alla cittadinanza indetti dalla CGIL, da Più Europa e da tutte e tutti coloro che sognano un Paese più giusto, più inclusivo e più attento alle minoranze.
A tal proposito, e senza alcuna strumentalizzazione, abbiamo intervistato Emma Marrazzo, la madre di Luana D’Orazio, la ragazza morta inghiottita da un orditoio nel maggio del 2021, e Zineb Soukrati, una ragazza italiana che oggi lavora al Parlamento europeo, in prima fila per il riconoscimento della cittadinanza agli italiane e agli italiani di seconda generazione.
Personalmente, voterò anche per loro, soprattutto per loro. Mi impegnerò e dirò SÌ per un diritto che apparentemente non mi riguarda. Non è vero: ogni diritto mi riguarda, ci riguarda. Perché “il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia”. Basta don Milani, un rivoluzionario concreto. Il resto vien da sé.
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