A quasi cinque anni dalla morte di Mario Paciolla, cooperante italiano dell’ONU trovato senza vita in Colombia nel luglio 2020, il Partito Democratico ha presentato una nuova interrogazione parlamentare al Ministro degli Esteri, Antonio Tajani. L’iniziativa nasce dalle recenti inchieste giornalistiche che mettono in dubbio la tesi del suicidio e sollevano interrogativi su possibili responsabilità istituzionali.
Secondo un’inchiesta di Fanpage.it, Paciolla avrebbe partecipato il 9 luglio 2020 a una riunione con agenzie governative e internazionali, tra cui l’UNODC, in cui si discusse di omicidi avvenuti nella regione di San Vicente del Caguán, area nota per la presenza di narcotraffico. Dopo quell’incontro, Paciolla manifestò timori per la propria sicurezza e pianificò il rientro in Italia, previsto per il 15 luglio, giorno in cui fu trovato morto nella sua abitazione.
L’interrogazione del PD solleva dubbi sul comportamento di Christian Thompson, responsabile della sicurezza del team ONU, che avrebbe alterato la scena del crimine smaltendo oggetti personali di Paciolla. Inoltre, la sua presenza nella casa del cooperante la mattina del decesso non trova riscontri ufficiali.
I parlamentari chiedono al Ministro Antonio Tajani quali iniziative intenda intraprendere, in collaborazione con l’ambasciata italiana a Bogotá, per acquisire elementi utili all’accertamento della verità. Si sollecita anche un sostegno concreto alla famiglia Paciolla nella loro battaglia per giustizia e trasparenza.
I genitori di Mario Paciolla continuano a chiedere verità e giustizia, denunciando presunti depistaggi e inquinamenti delle prove che avrebbero ostacolato le indagini. Hanno espresso insoddisfazione per le risposte ricevute finora dalle istituzioni, sottolineando la necessità di un impegno più deciso da parte del governo italiano.
Il caso di Mario Paciolla rimane avvolto nel mistero, con nuove testimonianze che alimentano dubbi sulla versione ufficiale dei fatti. L’interrogazione del Partito Democratico rappresenta un ulteriore tentativo di fare luce sulla vicenda e di garantire giustizia a un cooperante che ha dedicato la sua vita alla promozione dei diritti umani.
(articolo di Antonio Musella su Fanpage.it)