Quando la senatrice Dolores Bevilacqua del M5S, membro della Commissione di Vigilanza RAI, ha presentato un’interrogazione per conoscere le ragioni per cui l’azienda si è rifiutata di mandare in onda “Magma”, il bel documentario di Giorgia Furlan sui retroscena dell’omicidio di Piersanti Mattarella, si è sentita rispondere che il servizio pubblico “si orienta verso contenuti innovativi per un pubblico giovane”. Cioè, secondo loro i giovani non sarebbero interessati a conoscere la storia, peraltro recente, del nostro Paese. Peccato che il documentario sia andato in onda su La7 e sia ora disponibile su Netflix, due realtà molto frequentate dall’universo giovanile. Se a ciò aggiungiamo la paralisi della Commissione di Vigilanza, ferma ormai da mesi nonostante i ripetuti appelli della presidente Floridia, i veti incrociati che impediscono le nomine ai vertici delle varie testate e il crollo di qualità e ascolti che investono da anni la RAI, è chiaro che l’emergenza sia ormai conclamata. Come se non bastasse, dal prossimo 8 agosto, con l’entrata in vigore dell’EMFA (European Media Freedom Act), l’Italia sarà fuori legge, dato che la riforma varata nel 2015 dal governo Renzi, che di fatto pone i dirigenti apicali del servizio pubblico sotto l’egida del governo, è in contrasto con i parametri europei sulla libertà d’informazione. Che sia giunto il momento di mobilitarsi, magari scendendo anche in piazza?
Cos’è accaduto in RAI a proposito di Magma, il docufilm di Giorgia Furlan sull’omicidio di Piersanti Mattarella, andato recentemente in onda su La7?
È successo che questo pregevole docufilm è stato pensato nell’ambito di una serie di successo, “Ossi di Seppia”, confermata per la quarta stagione prima di sparire dalla programmazione del servizio pubblico.
Hai presentato un’interrogazione in Commissione di Vigilanza RAI, della quale sei membro, e ti hanno risposto che il servizio pubblico non l’ha mandato in onda perché “si orienta verso contenuti innovativi per un pubblico giovane”. Che significa?
La risposta è stata veramente allarmante. In pratica per il servizio pubblico i giovani italiani non hanno il diritto di conoscere la storia del nostro Paese. Non hanno il diritto di coltivare la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la giustizia e la democrazia. Peraltro, Magma viene trasmesso da La7 e approda su Netflix. Soprattutto questa piattaforma è fortemente innovativa e fruita in particolare dai giovani, quindi le valutazioni fatte sul docufilm “Magma” vanno esattamente in direzione opposta rispetto alle valutazioni della Rai.
Il prossimo 8 agosto entrerà in vigore l’EMFA (European Media Freedom Act), che di fatto metterà la RAI fuorilegge per via della mancanza di indipendenza dell’esecutivo, causata dalla riforma varata nel 2015 dal governo Renzi, la quale assegna all’esecutivo la nomina dell’amministratore delegato. Cosa potrebbe determinare un simile scenario?
In assenza di una riforma che accolga i principi sanciti dal Regolamento, oltre a continuare ad avere un servizio pubblico non all’altezza della propria missione, l’Italia rischia di entrare in infrazione, con i conseguenti costi che comportano le ovvie sanzioni.
Come intendono comportarsi il M5S, la presidente Floridia e le opposizioni in generale qualora dovesse perdurare una situazione del genere?
Come M5S faremo tutto il possibile perché si arrivi finalmente il superamento della legge Renzi, che ha legato mani e piedi la RAI al governo di turno. La presidente sta cercando in tutti i modi di far lavorare la commissione a tutela del pluralismo e della libertà di informazione, entrambi messi troppo spesso in discussione negli ultimi tempi. Eclatante, negli ultimi giorni, quanto successo nella redazione di Rainews. L83% dei votanti ha manifestato sfiducia nei confronti del direttore Petrecca. Questo dato non può essere ignorato e richiede una riflessione profonda.