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“L’Europa faccia fronte comune di fronte al trumpismo o non sopravvivrà”. Intervista con Gaetano Pedullà

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“O si crea una comune coscienza europea o l’Europa non sopravvivrà al trumpismo”. Gaetano Pedullà, ex direttore de “La Notizia”, oggi eurodeputato del M5S (e componente della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo), è tranchant. Ragiona con Articolo 21 su come far fronte a un pericolo che investe ogni ambito della società e la comunicazione in particolare, specie se si considerano i rapporti da sempre burrascosi del magnate newyorkese con i giornalisti, a cominciare da coloro che osano porgli qualche domanda scomoda. E ancora: esprime il bisogno di dar vita a una piattaforma social pubblica, europea, indipendente e regolata da norme comunitarie, riprendendo una proposta avanzata per primo da Vincenzo Vita sul Manifesto. Infine, formula un’analisi amara sullo stallo cui è costretta ormai da mesi la Commissione di Vigilanza RAI, nonostante la lettera inviata dalla presidente Floridia ai presidenti delle Camere per denunciare una condizione ormai insostenibile che danneggia l’azienda e, di conseguenza, la cittadinanza nel suo complesso.
A quel punto, purtroppo, un problema tecnico ha interrotto l’intervista. Alla domanda relativa alla vicenda bancaria MPS-Mediobanca, caso del giorno su cui l’intero mondo politico ha detto la sua, Pedullà ha pertanto risposto per iscritto, attraverso una dichiarazione, che riportiamo di seguito: “Con la scalata di Mps a Mediobanca il Governo Meloni diventa ufficialmente il nuovo furbetto del quartierino, gettando la maschera sul desolante Far West della nostra finanza. L’equidistanza sempre dichiarata nelle operazioni di mercato di alcuni tra i maggiori player bancari e assicurativi si sgretola davanti all’evidenza di un intervento pubblico proprio lì dove non dovrebbe assolutamente esserci, con il MEF che finge al limite dello spergiuro di non sapere ciò che fa il Monte dei Paschi, di cui é maggiore azionista e ne detiene il controllo. Invece di intervenire nei settori economici più in difficoltà, sostenendo come hanno disperato bisogno famiglie e imprese, il Governo ormai palesemente adagiato su alcuni gruppi economici privati, sta influenzando surrettiziamente la ricomposizione del quadro finanziario italiano, con ricadute allarmanti su tutto il sistema europeo. Uno scenario che non può sfuggire alla lente degli organismi di controllo e soprattutto delle istituzioni comunitarie”.

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