Essere al Mahsa Day: perché quella vittima uccisa per il velo ci riguarda

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Preparando pochi giorni fa un podcast, una maestra che anni fa a Milano ha aiutato i bambini rom sgomberati insieme alle famiglie, ha spiegato così la sua azione: “ho visto persone a cui è stato tolto ogni diritto e ho detto no, non lo posso accettare perché questo è il mondo in cui vivo anch’io”.

Una frase folgorante. Allargando i confini da Milano al pianeta resta valido il concetto: se questo è il mondo in cui vivo anch’io, non posso accettare che vengano violati i diritti. Ecco spiegato perché la mobilitazione globale per il primo anniversario di Mahsa Amini è anche nostra. Per non essere complici.

Inoltre, per noi di Articolo 21 c’è una ragione in più: il silenzio sulle manifestazioni a favore della rivolta iraniana è frutto anche del terrore che il regime applica incarcerando decine di giornalisti. Che, a pensarci bene, dovrebbe essere un ottimo motivo perché radio, tv, quotidiani cartacei e online italiani accendano i riflettori su questa crisi dimenticata.

Appuntamento alle 16 di sabato 16 settembre in Corso Venezia, all’altezza del Planetario. 


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