43 anni dalla scomparsa, nel Libano in piena guerra civile, di Italo Toni e Graziella De Palo

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Come ogni anno, nella giornata di oggi, ci troviamo a tirare le somme, a fare il consuntivo del tempo che è passato da quell’ormai lontanissimo 1980. Come ogni anno, nonostante le parole che da noi e dai tanti che ci sono stati vicini sono state spese, le tante congetture che sono state fatte, una verità certa, inconfutabile, definitiva e finalmernte pacificatrice, sulla sorte toccata ad Italo e Graziella a Beiruth, saliti in una macchina la mattina del 2 settembre 1980 e da allora scomparsi nel nulla, non c’è.

E forse non può esserci perché evidentemente si intreccia con gli altri misteri che hanno caratterizzato in quegli anni la storia del nostro paese.

Basta ricordare, riandare con la mente a quel periodo che a noi magari, mentre lo vivevamo, sembrava uguale agli altri, ma che per più d’uno, in Italia e nel mondo, evidentemente tanto uguale non era.

Basta ricordare Argo33, Aldo Moro, i missili di Ortona, Ustica, Bologna, la P2, i Servizi deviati, il Mediterraneo in fiamme… per rendesi conto di quanti piccoli ed oscuri protagonisti hanno agito nell’ombra più fitta, stesa da chi li aveva mandati, spesso protetto e nascosto da un insospettabile ruolo pubblico.

Ma noi non ci arrendiamo, contiuiamo a chiedere, a pretendere, a sperare che la verità, ormai aimé, soltanto storica, per quanto scomoda, venga infine alla luce del sole.

Che anche su Italo e Graziella possa scendere il velo pietoso dell’oblio, togliendoli dallo scomodo ruolo di testimoni di una ingiustizia che li ha colpiti, guidata da persone e da motivazioni oscure.

Fino a che ciò non sarà raggiunto, noi, le Organizzazioni e le Istituzioni che ci appoggiano, saremo qui a fare il nostro dovere di cittadini impegnati per una società che finalmente non abbia più bisogno di testimonianze di orrori per chiedere ed ottenere libertà e giustizia.


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