Matteo Salvini “scappa” dal processo contro Saviano. Lo scrittore: questo è lo stato della nostra democrazia

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Quando lo scrittore Roberto Saviano definì “ministro della mala vita” Matteo Salvini, quest’ultimo se la prese molto al punto da aver presentato una querela per diffamazione al fine di tutelare la propria immagine. Ma da quel momento non ha avuto più il tempo si seguire il processo e continuare a tutelare la propria onorabilità. Roberto Saviano invece continua ad andare ad ogni udienza per spiegare che la sua fu una critica legittima assorbita dal diritto dei cittadini italiani ad esprimersi liberamente. Così dopo l’assenza all’udienza di oggi in Tribunale a Roma da parte dell’attuale ministro delle infrastrutture lo scrittore ha espresso la sua indignazione in un video pubblicato sulla pagina social, un intervento nel quale sottolinea che Salvini ha evitato per 5 anni di comparire in Tribunale, preferendo “buttarsi” in affermazioni le più varie sui social. Il processo è slittato all’udienza del 7 dicembre 2023 e bisognerà capire se pure quel giorno il ministro avrà altro da fare che difendere la sua posizione di potenziale diffamato.  Di seguito le dichiarazioni pubblicate da Roberto Saviano in un video postato poche ore fa.

“Tribunale di Roma, udienza processo Salvini, che mi querelò nel 2018 perché lo avevo definito Ministro della Mala Vita. Oggi #Salvini avrebbe dovuto testimoniare in un processo che dura da ben 5 anni, un processo che ha iniziato e voluto lui, ma ovviamente oggi Salvini in Tribunale non c’è. Salvini scappa da 5 anni perché un conto è minacciare e blaterare sui social o in televisione, cosa diversa è testimoniare, sotto giuramento, in Tribunale. Da 5 anni dura questo processo, ricordatevene quando vi dicono che la giustizia non funziona, che è ingolfata da cause che vanno avanti per anni… In Italia abbiamo ministri che querelano e che poi non si presentano a testimoniare rendendo infiniti i processi che loro stessi hanno iniziato. Da 5 anni sono ostaggio di questo cialtrone che da 10 anni minaccia di togliermi la scorta, mettendomi addosso un mirino e condannandomi così ad averla in eterno. Un ministro che querela uno scrittore, un ministro che intimidisce uno scrittore come monito per tutti. Un ministro che scappa dal tribunale… Ecco lo stato della democrazia nel nostro paese. La prossima udienza è stata fissata per il 7 dicembre 2023, con largo anticipo: Salvini ci sarà? Ne dubito”
Le considerazioni di Saviano purtroppo si possono estendere a centinaia di cronisti meno noti ma che subiscono uguale trattamento, vengono querelati e portati in Tribunale e poi la presunta parte offesa sparisce, chiede rinvii, manda giustificazioni le più fantasiose. Ciò lascia spazio ad una interpretazione malevola ma supportata dai numeri, ossia che si tratti di intimidazioni, di una modalità tesa a bloccare altre pubblicazioni più che ad una effettiva tutela. Tanto una querela non costa nulla. A chi la fa.  


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