Una settimana da cubano, in fila con la gente

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Con il Decreto-Ley No. 46/2021, sobre las micro, pequeñas y medianas empresas, lo Stato cubano nel 2021 ha tolto il monopolio dello sdoganamento delle merci in arrivo nell’isola alle Forze Armate, che applicavano tariffe di brokeraggio sui dazi doganali del 250% impedendo di fatto ai produttori esteri di commerciare con Cuba.

In questa primavera, dovrebbero essere timbrate le autorizzazioni per i cuentapropistas (gli imprenditori privati) ai fini di poter costituire una società integrata nel loro statuto che consenta di sdoganare le merci in proprio.

Se ciò avverrà (e i dubbi a riguardo tuttora persistono) finalmente Cuba potrebbe ricevere tutte quelle mercanzie indispensabili per il commercio che era bloccato non solo dall’embargo, ma anche (e soprattutto) dalla esosità delle tariffe doganali oberate dai ricarichi governativi e dalla difficoltà dei transfer bancari a pagamento dei fornitori.

Intanto dal primo gennaio del 2022 – visto lo stato d’emergenza che affligge l’isola nel post pandemia – Diaz Canel, il presidente cubano, ha decretato che i visitatori stranieri potranno portare nei loro bagagli fino a 30 kg di articoli vari (catalogati come miscelaneas) senza pagare dazi, per uso non commerciale.

https://www.alojamientosencuba.com/aduana-cuba.htm#:~:text=A%20Partir%20del%201%2D1,de%20mano%2C%20sin%20coste%20alguno

Tuttavia se ciò faciliterà le donazioni (e, inevitabilmente, anche la borsa nera) e lo sviluppo dell’imprenditoria privata, la maggioranza della popolazione rimane ancora legata a una routine stressante di sopravvivenza che contraddistingue il cubano “de pé” cioè a piedi, nel senso del cittadino ordinario che non possiede né auto né risorse.

“Se vuoi capire Cuba, prova a vivere una settimana come un cubano: fai la coda alle ‘tiendas’ per il cibo anche un giorno intero, aspetta la ‘guagua’ (il bus) sotto il sole, e mangia quello che mangiamo noi”. Questo mi disse un mio amico a La Habana.

Ho voluto provarlo.

Carte e libreta

Dal 01/01/2022, il vecchio CUC cartaceo (peso cubano convertibile, la moneta emessa dallo Stato per limitare le transazioni in dollari) è andato in pensione.

Il cubano ora deve aprire un conto bancario e depositare le valute in suo possesso, ricevendo una tessera magnetica, MLC, Moneda Libremente Convertible. Lo straniero può utilizzare carte di credito dei circuiti Visa e Mastercard.

I contanti non sono più ammessi negli hotel così come al supermercato. Con un duplice scopo: a) mettere un freno alla svalutazione del CUP (peso cubano) poiché il cambio nei locali e per strada è arrivato a 1 dollaro = 160 Cup e 1 euro = 180, causando un’inflazione fuori controllo, con prezzi degli alimenti gonfiati; b) consentire allo Stato di incamerare valuta estera.

Tuttavia la speculazione sul cambio continua: nei negozi si trova poco o niente per cui ci si rivolge alla borsa nera, pagando cash. Il problema è il peso: forse sarebbe meglio sostituirlo con l’euro, ovviamente mettendo un tetto ai prezzi dei beni primari. L’Ecuador adottò questa politica abolendo il Sucre nel 2000 – il cambio col dollaro era arrivato a 1/25.000 – e il mercato nero cessò.

Dal 2022, i centri di distribuzione relativi alla libreta de abastecimiento sono affidati a nuclei familiari convenzionati con lo Stato. Nella libreta è inserita una lista di alimenti gratuiti che fanno parte della Canasta Básica individuale, del valore di 1.528 Cup mensili.

Un beneficio che si aggiunge al salario minimo, portato a 2.100 Cup. Quello che eccede la canasta básica si paga a prezzi calmierati: arroz (riso) 10 Cup per libbra, una razione di pollo 35, una di maiale 230 Cup.

Per capire il divario tra prezzi calmierati e non, 4.5 kg di pollo in libreta costano 210 Cup, ma online e nei supermercati il prezzo sale a 10 volte tanto, 2.000 Cup; 1800 Cup per 30 uova o un kg di latte in polvere, quando si trovano alla borsa nera.

Per un paio di frittate al mese, in una famiglia standard di 4 persone, lo stipendio minimo non basta. Le pensioni: la minima 1.528 Cup, con un tetto max di 3.206. Al cambio sono 8,5 e 18 euro. La merce nelle tiendas statali scarseggia, e la gente rimane in fila anche un giorno intero, spesso rincasando a pancia vuota.

Video: https://youtu.be/qPwyNm0-LPk

Si vive per strada più di prima, nei quartieri vecchi, brancolando di sera al buio tra buche, liquami e macerie; sempre all’erta con le antenne dritte, non sia mai che arrivi un camion che porti un po’ di comida barata [cibo economico, ndr], o che passi qualche turista a zonzo nei vicoli, a cui mollare una scatola di puros (sigari) o una botella de ron.

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Doppia morale

La medicina cubana è una solida realtà; per gli stranieri, residenti o turisti, per i cubani che vivono all’estero, ma non para el pueblo. Alla Clinica internazionale Cira Garcia, l’amministrazione mi ha confermato che queste strutture per stranieri sono chiuse al pubblico locale.

Le uniche eccezioni contemplate, le emergenze del Pronto Soccorso, che però devono essere giudicate tali dal medico di guardia; talvolta vengono dirottate al Calixto Garcia, carente di attrezzature e farmaci, oltre ai reparti in condizioni igieniche precarie. Qui si sarebbero verificati decessi causati dai ritardi per la mancata ammissione. D’altra parte, allargando le braccia, gli interpellati hanno ammesso che nelle stesse cliniche i farmaci sono contati e che se dovessero aprire a tutti, il sistema scoppierebbe in pochi giorni.

La sanità privata cubana può però contare su una clientela solvente internazionale che assicura divisa a ciclo continuo. Ogni giorno, i passaporti per la registrazione dei pazienti stranieri si accatastano sui tavoli della segreteria, ma da tale fiume di denaro, secondo le testimonianze raccolte, solo l’1% sarebbe stornato per l’assistenza pubblica. “Doble Moral”, il doppio standard statale e privato, priva il cittadino ordinario del diritto di accedere a cure decenti.

Il fai da te è la prassi qui: si cerca con un’app locale, Revolico – il maggior mercato virtuale di compravendita a Cuba -, che offre farmaci frutto di donazioni dei parenti emigrati; ora si può importare senza dazi fino a 10 kg di medicinali.

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Barrio San Isidro

San Isidro ha una tradizione storica dell’arte figurativa cubana, e i suoi notevoli murali lo testimoniano. Il Movimento dissidente che prende nome dal quartiere, è composto da artisti noti anche a livello internazionale, falcidiati dagli arresti occorsi durante le proteste del 2021. Uno dei componenti di spicco, Luis Manuel Otero Alcantara, fu arrestato dalla polizia l’11 luglio mentre usciva di casa per riunirsi con gli altri dimostranti. Da allora, è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza a Guanajay, 58 km dalla capitale. Secondo le testimonianze dei vicini contattati, gli è stato negato un difensore di fiducia e scaricato agli avvocati d’ufficio del governo. Rischia una condanna a 7 anni, con scarse possibilità di ricorrere in appello.

La presenza di un presidio rivoluzionario, proprio all’ingresso del barrio, è la riprova che l’esistenza di un’opposizione ferma da parte degli artisti non implica un’abiura dei principi base della rivoluzione, bensì la necessità di un cambio epocale e non solo di facciata, iniziando proprio dall’accantonamento del concetto di partito unico; verrebbe così sdoganato il dissenso, coniugando le aperture del libero mercato alla democrazia.

A livello internazionale, ciò cancellerebbe i falsi alibi dell’accanimento statunitense nel mantenere l’embargo.

Video: https://youtu.be/TFJpmmT5T5A

Bloqueo double face

La crisi di Cuba, dettata dal sempiterno embargo criminale ribadito da Trump, dopo che la meteora Obama aveva illuso i più, si è esacerbata lungo i due anni di pandemia che hanno cancellato le entrate del turismo.

Ma il bloqueo non vale per tutti. Se Western Union, DHL e Fedex, indispensabili per ricevere soldi e merce dall’estero sono tuttora chiusi, per la compagnia Cuballama invece la carestia cubana è la classica gallina dalle uova d’oro: l’e-commerce di Miami, grazie alla partnership con Amazon che cura la loro pagina web e la logistica per gli Stati Uniti dei donatori internazionali, rappresenta il paradosso di questo sopruso che affligge Cuba da mezzo secolo.

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Costoro non solo spediscono merce dal magazzino di Miami, ma ricaricano anche le carte telefoniche Etecsa dello Stato, sotto accusa del governo di avere organizzato una rete clandestina eludendo le tariffe vigenti.

Il paradosso è che Cuballama ha ben due almacén (magazzini) presenti sul suolo cubano per smistare la merce che arriva via mare, uno proprio all’aeroporto José Marti e l’altro nella zona industriale di Berroa, a Guanabacoa, nella provincia de La Habana. E soprattutto per la distribuzione può contare su una rete di

ristoranti per le consegne di cibo e qualsiasi altro tipo di mercanzia.

Le chat WhatsApp avute con loro, provano quanto affermo.

E i prezzi dei beni salgono alle stelle, gravati dal ricarico di Amazon, dai diritti di magazzino, oltre alla logistica per spedire a Miami e da lì a L’Avana, e i dazi doganali. Ad esempio, 1 kg di carne bovina costa $ 32. Una saponetta supera i tre dollari.

L’ipocrisia del doppio standard sanitario e di questo embargo double face, aggiunge il sale del cinismo sulle piaghe cubane da ambo le parti.

Il castrismo, anche nei trascorsi storici, pur reprimendo il dissenso, non si è mai macchiato delle atrocità che hanno contraddistinto le dittature di Videla in Argentina o Pinochet in Cile.

Tuttavia la doble moral di vita che ha imposto a Cuba, creando un sistema sociale a caste sulla falsariga di quello indiano, con ai vertici burocrati e militari che oggi controllano anche grosse strutture private, è una crudeltà etica che premia solo quei cuentapropistas legati al governo: difatti, dopo i papaveri del regime, ci sono loro, i nuovi ricchi de La Habana e poi a distanza siderale tutti gli altri, paria caraibici con varie gradazioni degli stadi della miseria, che non è mai uguale per tutti, claro.

50 sfumature di grigio-rosso, laddove il rosso è progressivamente sbiadito e il grigio sempre più cupo.

Su tutto ciò, la cortina di silenzio-complice eretta dai media, anche italiani, presenti sul territorio, cementa lo status quo rendendolo irreversibile.

Foto, testi e video © F.Bacchetta

Art.originale: https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/14/ho-vissuto-una-settimana-da-cubano-tra-libreta-e-carenza-di-farmaci-per-due-frittate-non-basta-il-salario/7031882/

 


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