La pace è vita, la guerra è solo morte

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Un fiume di persone (almeno 5.000) si è incamminato ieri pomeriggio dai Fori imperiali a Roma, fino alla piazza del Campidoglio. Slogan sussurrati e torce della speranza accese hanno segnato un corteo dolce e pacifista, lontano dai riti di certe manifestazioni chiuse e autoreferenziali.

Davanti lo striscione unitario di Europe for peace, dentro le bandiere della Cgil, della Comunità di Sant’Egidio, di Emergency e dell’Anpi. Si tratta della coalizione che diede vita lo scorso 5 novembre alla straordinaria giornata: in piazza allora almeno 100.000 persone.

Sul palco hanno preso la parola – coordinati da Sergio Bassoli- il sindaco di Roma Gualtieri, Andrea Riccardi di Sant’Egidio, Maurizio Landini per la Cgil, Rossella Miccio di Emergency. Nel corteo, tra gli altri, Nicola Fratoianni di Sinistra italiana ed Arturo Scotto di Articolo1. E, un po’ appartato, Giuseppe Conte. Era presente anche la nostra associazione Articolo21, che si costituì proprio sulla tutela dei punti essenziali della Costituzione italiana, a partire dall’articolo 11 in cui si sancisce che l’Italia ripudia la guerra.

Bisogna mettere in moto subito iniziative diplomatiche, perché la guerra è una tragedia che non si può fermare con riarmi ed aumenti abnormi delle spese militari. Questo, invece, sta accadendo, mentre è evidente che la maggioranza del paese non è d’accordo con l’escalation militare e con l’ulteriore invio di armi. Questo il senso degli interventi dal psalco.

Se non ci possono essere dubbi su chi è l’aggressore e chi è l’aggredito, tuttavia – come sottolinea sempre il Papa di Roma Francesco- la terza guerra mondiale va bloccata con un impulso straordinario del movimento pacifista. E il ricorso all’utilizzo del nucleare non va sottovalutato.

Ha sottolineato Francesco Vignarca, il coordinatore delle campagne della Rete pace e disarmo, come tra venerdì e sabato in tutta Italia si siano mobilitate migliaia di persone. In almeno 100 città.

Articolo21 ha dato un suo specifico contributo, promuovendo ad Assisi un seminario lo scorso venerdì 23 teso ad aggiornare la Carta contro le parole d’odio e per la cura delle parole, nonché aderendo alla marcia per la pace notturna, anticipazione di quella diurna e più canonica.

L’informazione è ormai un pezzo della stessa guerra e la libertà di cronaca rischia di essere una delle vittime principali del conflitto.


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