E’ il tempo della cura all’antifascismo contro tutti i fascismi

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L’Associazione Articolo 21 il 1° marzo aderisce alla Giornata nazionale della Cura della vita delle persone e del pianeta, promossa dalla Marcia Perugia Assisi, Flavio Lotti, con una serie di iniziative su e giù per la penisola. Articolo 21 E-R ha scelto di dedicare il tempo della Cura all’Antifascismo contro tutti i fascismi di oggi mantenendo intatta la memoria su quelli di ieri. Fatti recenti come l’aggressione squadrista al liceo Michelangiolo di Firenze e l’intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito contro la preside Annalisa Savino, perché si è permessa di condannare la violenza di giovani di destra di Azione Studentesca (la cui sede fiorentina è presso Fratelli d’Italia), messa sotto accusa per aver difeso la Costituzione; le ennesime morti in mare a duecento metri dalla costa calabrese, esseri umani scappati da dittature, violenze e povertà, alla ricerca di una terra per poter vivere e lavorare. Il nuovo governo di destra con un decreto sta impedendo alle navi delle ong di applicare la legge del mare, cioè l’obbligo di salvare la vita di chi è in acqua, perché costrette, dopo un solo intervento di soccorso, non ad approdare al porto più vicino ma a navigare per giorni per raggiungere quello più lontano deciso dal ministero degli Interni. Il luogo prescelto come simbolo della Cura si trova in un territorio che odora da sempre di Antifascismo, dove, grazie alla Resistenza, ha le radici la nostra Costituzione, grazie al sacrificio di tanti giovani che con la loro morte hanno dato Dignità all’Italia democratica, quella Dignità che un governo di destra sta negando e che ogni essere umano ha il diritto di avere. Per questo all’iniziativa del 1° marzo, all’Antifascismo, uniamo la parola Dignità. Siamo sull’Appennino Tosco-Emiliano a circa 1000 metri di altitudine, in località Ronchidoso, il comune è Gaggio Montano, lì è passata la Linea Gotica, non molto distante da Marzabotto. Sono luoghi di Resistenza e di eccidi. Il 28 settembre 1944 la brigata partigiana Giustizia e Libertà Montagna, comandata da Pietro Pandiani (nome di battaglia Capitan Pietro), la stessa di Enzo Biagi (il giornalista), di Francesco Berti Arnoaldi (Checco), Luigi Amaduzzi (Gigino) e di Sandro Contini Bonacossi (Sandrino vice comandante), commissario politico Renato Fabretti (Rendo), attaccò a Ronchidoso di Sotto un’autocolonna della Wehrmacht causando gravi perdite ai nazisti. Durante il combattimento morì il partigiano Rossano Marchioni (Binda) medaglia d’oro al valor militare, alla memoria. Immediatamente si scatenò la rappresaglia del maggiore Walter Reder comandante tedesco in zona (non è certo che fosse lui al comando ma la tecnica e la violenza usata è quella delle altre stragi avvenute negli stessi giorni a Monte Sole e Marzabotto), vennero rastrellate, in varie zone, circa 70 persone, tra queste vecchi, donne e bambini. Vennero usate le mitragliatrici per sterminare gli innocenti, i corpi bruciati e inumati in una fossa comune. Non esiste un numero esatto delle vittime, solo 57 furono identificate, altre rimasero ignote, probabilmente 10. La strage di innocenti proseguì nei paesi vicini, a Castelluccio di Montese fu impiccato il partigiano Napoléon appartenente alla brigata Giustizia e Libertà. Dopo quello di Marzabotto, l’eccidio di Ronchidoso è stato il più efferato, sul quale non venne mai celebrato alcun processo. Sul sentiero (oggi chiamato della Libertà) che dal luogo della strage porta a Monte Belvedere, dove gli Alleati con i partigiani della divisione Modena Armando comandati da Mario Ricci (Armando) medaglia d’oro al valor militare, sfondarono la Linea Gotica, si incontra il Santuario di Ronchidoso, che è uno dei nostri riferimenti. Il 1° marzo, Articolo 21 dedica la Giornata nazionale della Cura, a questo che è un luogo di Resistenza e di Antifascismo. Sotto il portico, che circonda la chiesa, vi è una lapide con su scritto: Il 24 giugno 1944 si formò il primo nucleo della brigata partigiana Giustizia e Libertà che nel segno della Resistenza il 20 ottobre 1944 restituì Gaggio Montano alle Libertà Civili; poi, perché il Santuario è un luogo di culto dedicato alla Madonna degli Emigranti, voluto dai tanti montanari emiliani costretti a espatriare alla ricerca di un lavoro. Il Santuario di Ronchidoso è un luogo che unisce la memoria di ieri, le vittime innocenti degli eccidi nazifascisti, e le vittime di oggi, quelle del mare. Prendiamo Cura per non dimenticare la ragione di queste morti, per non dimenticare quelle mani che hanno premuto il grilletto della mitragliatrice ubbidendo all’ordine di un nazista e quelle mani che oggi, nascondendosi dietro l’assenza di una politica europea dell’accoglienza negano ad altri esseri umani il diritto alla vita. Ogni giorno dobbiamo resistere. Ricorda Flavio Lotti: “Se vogliamo che le cose cambino realmente, dobbiamo imparare a prenderci cura degli altri come di noi stessi”.
(Nella foto Ronchidoso)


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